Piretto sottodimensionato del Marchesato

E’ diventato sempre più difficile rispondere alla domanda “quali sono i frutti di stagione?”. Da una parte “ci colpa” la grande distribuzione, che permette di avere la maggior parte di frutte e verdure nel corso di tutto l’anno, e così possiamo gustarci le proverbiali “arance di luglio”. Dall’altra, il distacco sempre maggiore con quelli che per secoli sono stati i punti di riferimento della quotidianità: non guardiamo più alla natura per capire quando inizia o finisce una stagione, semplicemente lo sappiamo già.

Ciò non toglie che esistono delle vere e proprie rarità. Frutte, verdure e legumi tipici di alcune parti del mondo, che spesso vengono accantonati e dimenticati, sia perché non finiscono nel circuito della distribuzione (non si trovano al supermercato) sia perché il distacco con l’ambiente che ci circonda è diventato sempre più ampio. Ed anche se magari ce li troviamo spesso sotto gli occhi, non sappiamo identificarli correttamente.

Abbiamo un caso esemplare: il piretto. A voler descrivere quello che si produce nel crotonese ne uscirebbe quasi un mostriciattolo: è grande quanto una clementina, è giallo come il limone, ha una spessa scorza come il cedro, gli spicchi sono color paglierino e piuttosto secchi, ed il sapore è dolce e poco aspro. Detto così sembra chissà che cosa, eppure la maggior parte di voi lo avrà già provato. Magari non mangiandolo come un mandarino, bensì come abbellimento in qualche sofisticato cocktail, come guarnizione o contorno in qualche piatto, nella più classica insalata di limoni o in una nota bibita gassata.

Questo perché il piretto è meglio noto come limoncedro, detto anche limone cedrato o limone da insalata. L’agrume va ad allungare la celebre lista di frutti provenienti dalla Sicilia, da dove ha trovato facile diffusione in tutte le regioni meridionali, dove viene regolarmente coltivato. In Calabria il frutto ha trovato letteralmente del terreno fertile, vista la secolare coltivazione lungo il tirreno cosentino (detto appunto costa dei cedri), e si è diffuso a poco a poco anche in altre aree della regione. Come forse avrete già capito, si chiama così perché la sua forma ricorda vagamente quella di una pera.

Nel Crotonese invece le coltivazioni di Cedro sono quasi inesistenti, se non in piccolissimi appezzamenti. Diverso invece il discorso del piretto, che si è legato discretamente bene alle ampie coltivazioni di mandarini, tanto da essere presente in una varietà “mignon”, come quello che vedete in foto. Non assomiglia per niente ad una pera, anche se ha mantenuto una piccola punta sulla parte superiore. Grossomodo, segue lo stesso periodo del mandarino, ed è possibile gustarlo nel periodo invernare.

Diverse aziende agricole lo producono regolarmente. Il frutto viene principalmente venduto al di fuori della regione, e raramente lo si trova anche al mercato. Nel crotonese è diffuso principalmente nel Marchesato, anche se si registrano diverse coltivazioni autonome, spesso nei giardini e negli orti di singole famiglie, specialmente nei paesi che si affacciano sul Neto. La pianta, che per certi versi assomiglia ad un alberello di limoni, produce i frutti sin dalla tarda estate, che poi vengono raccolti a partire da ottobre/novembre.

Purtroppo, sia che andiate al mercato o al farmer market, difficilmente ne troverete uno. Un vero peccato, considerando che parliamo di un frutto particolare che viene coltivato nelle nostre zone. Una piccola rarità, che va a comporre quel ricco elenco di frutti particolari dei quali spesso non siamo neanche a conoscenza.

Il tutto, a pochi chilometri da casa.

2 risposte a “Il piretto”

  1. […] il monopolio delle nostre campagne (è sempre più difficile trovare cose come l’annurco, il piretto, o anche la cicérchia), diverso è il discorso per quanto riguarda la cucina: alcune ricette […]

  2. […] come il piretto, anche l’annùrco è un frutto decisamente comune ma poco conosciuto. Sempre meno persone […]

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