Ieri è stata una giornata particolarmente movimentata, vista l’improvvisa sparatoria avvenuta nel primo pomeriggio. Crotone non è una grande città, ed eventi del genere sembra sempre che riguardano un po’ tutti, visto che è come se ci si conoscesse tutti in un modo o nell’altro. E così è stato anche ieri, quando sin da prima dell’intervento delle forze dell’ordine già si era sparsa la voce della sparatoria, del decesso (smentito chissà quante volte e poi confermato), poi un primo video amatoriale, e gli audio, e chissà ancora quanto ne parleremo.
È inutile prendere le parti della vittima o del poliziotto. Non serve a niente. Perchè di fatto ci troviamo davanti ad una tragedia per futili (futilissimi) motivi. Ci troviamo di fronte ad una lite nata dalla tronfia tracotanza di chi si sente superiore a tutto e tutti, e vale tanto per la vittima quanto per l’agente.
Come altro spiegare una morte così? Una sparatoria in pieno giorno per un banale incidente stradale. Per uno specchietto danneggiato, o almeno così pare. Com’è possibile che dalle – comprensibili – parole si sia passato a tanto? Perchè vittima e familiari hanno minacciato ed aggredito l’agente? Perchè questo ha tirato prima fuori un manganello e poi la pistola? Orgoglio? Voglia di prevalere sull’altro? Sicuramente non per giustizia…
La vicenda è torbida, ancora poco chiara e frammentata, e verosimilmente passerà come atto di legittima difesa. Ed è un campanello d’allarme, specchio di una città che stenta a dipingersi come “culturale” ma che, per un banale incidente da poche decine d’euro, finisce al centro della cronaca nazionale. Succede ovunque, certo. Ed ora succede anche da noi.
Lascia un commento Annulla risposta