Questa mattina ho letto con stupore la nota diffusa dal sindaco, in cui sostanzialmente prende una decisione categorica nei confronti di Eni arrivando a dire che dobbiamo dire “basta alla multinazionale Eni e a tutti coloro che pensano di poter fare una bonifica al ribasso“. Uno scontro frontale che sicuramente non è una novità, ma che assume un connotato particolare alla vigilia dell’importante incontro in programma (domani) al Ministero dell’Ambiente.
Già, perchè quasi tutte le fonti stanno parlando apertamente di una “trappola”, ossia di un incontro che servirà solo ad intimare il rispetto del POB 2 (che prevede il tombamento delle scorie nell’ex area industriale) anche per tramite del commissario speciale. Il SIN infatti verrà riperimetrato – nel mese di giugno – perché tutte le altre operazioni di bonifica nell’area cosentina sono state concluse. Manchiamo solo noi.
L’obiettivo del Governo è sbrigarsi, visto che i lavori dovrebbero concludersi entro il 2026, al più entro il 2030. Ciò vuol dire partire subito, entro l’anno, e come già spiegato in un altro articolo, la nomina del commissario che continua a parlare di esercito e militari non gioca a nostro favore. Questo ora lo avranno capito un po’ tutti, e dunque il sindaco Voce si gioca gli ultimi assi nella manica.
Prima afferma di voler dire “basta” ad Eni, nonostante l’amministrazione comunale abbia giovato economicamente di diversi milioni di euro garantiti proprio dalle trattative con la multinazionale. E poi arriva al punto di fare un appello: “Chiedo alla società Sovreco, i cui titolari sono crotonesi, di non accettare quei rifiuti“. “Non lo ha chiesto nessuno finora. Lo chiedo io, lo chiede il sindaco di Crotone a nome di tutti i cittadini“.
Questa carta, oltre ad ingarbugliare ancor di più la vicenda, rischia di portare con se degli strascichi pesanti. E lascia intendere che anche in caso di via libera al conferimento si possa tentare di ricorrere a qualche ostacolo legale, visto che lo stesso sindaco spiega che “allo stato attuale, nella discarica i rifiuti con matrice di amianto non possono essere conferiti“. Il tutto mentre il POB prevede due tipologie di “tombamenti”: uno in discarica per i rifiuti stoccabili ed uno nell’ex area delle fabbriche per le scorie pericolose.
A questo punto, vista l’intransigenza dell’Eni che ha già annunciato di voler ricorrere al TAR contro il vincolo firmato da Regione, Provincia e Comune, e visto il frontalismo del sindaco che si appresa a presentarsi ad una riunione importante con i pugni chiusi… non so più cosa aspettarmi, se non un possibile e nuovo stop all’iter e dunque ai lavori.
Ci troviamo di fronte ad uno scontro inutile, che danneggerà ulteriormente la città. Sarebbe opportuno cercare di ottenere il massimo possibile dall’incontro, far pressione sulle nostre richieste, anziché prostarsi ad una battaglia già persa. Ne riparleremo (sicuramente) domani.
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