Ieri si è conclusa l’inusuale ed insolita protesta svolta da Coldiretti al passo del Brennero, per la quale avevo già espresso le mie perplessità nei giorni scorsi. L’associazione di categoria non ha esitato a parlare di tir degli orrori, riferendosi con sdegno a tutto ciò che viene quotidianamente importato dall’estero.
Ora che la “protesta” si è conclusa, la vera cosa che conta capire è se siano stati riscontrati degli illeciti nei trasporti. Perché se tra i camion controllati sono state riscontrate delle cose sbagliate (e potenzialmente gravi, come il mancato rispetto della catena del freddo) allora i controlli sono serviti a qualcosa. Altrimenti, parliamo di normalissimi trasporti di cibo avvenuti secondo le regole nazionali ed internazionali.
Vedremo se uscirà qualche comunicato nei prossimi giorni, che vada oltre i toni allarmistici dell’associazione di categoria, che, tra le altre cose – curiosità della vita – ha menzionato persino un carico di patate diretto a Crotone! Il mondo è davvero piccolo. Un’azienda del posto avrebbe ordinato circa 21 tonnellate di patate stick (surgelate) dalla Germania. E questo, per Coldiretti, sarebbe uno scandalo.
Il timore dell’associazione è che tali prodotti siano poi spacciati per “patate della Sila”. Un po’ come già avviene in buona parte di pizzerie e friggitorie, dove ogni patata surgelata tagliata a tocchetti è indicata sul menù come silana, o anche impacchiùsa come dicono nel cosentino. Ma è abbastanza chiaro che il problema non è nell’importazione del prodotto, ma nella malafede di chi lo vende.
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