Oggi pomeriggio ho incontrato una persona un po’ come me, amante del collezionismo compulsivo, con oltre quarant’anni di ricerca alle spalle. Una persona con il doppio della mia età, e sopratutto con un magazzino pieno di roba.
Mi sorprendo ogni volta nel trovare certe persone, a Crotone. Perfetti sconosciuti, volutamente nascosti nella penombra, lontani dai social e dai falsi tributi che ne nascono. E pietra dopo pietra, sasso dopo sasso, custodiscono tesori da passare di mano in mano.
Le collezioni private sono cosa rara dalle nostre parti. Sia perché il grosso è stato “saccheggiato” tempo addietro da nobili e notabili (che tengono tutto chiuso in cassaforte), sia perché i singoli cittadini che spendevano tempo e denaro per certe cose si contano sulle dita di una mano.
Il collezionismo infatti è una follia. Una pazzia vera e propria. Un salasso. Una dipendenza. Un inutile accumulo di carta, di oggetti, di storia, che oggi come oggi deve essere subito convertita e “consumata”. E sono anni che mi circondo di carte vecchie, e mi dico che devo smetterla. Ma non ci riesco. Ogni annuncio, ogni proposta, è una battaglia persa.
Se abbia importanza o meno questa ricerca non lo so, ed anzi, credo che tra tanti anni mi troverò proprio nelle condizioni dell’uomo che ho conosciuto oggi. Sempre ammettendo che tra trenta, quarantanni anni sia ancora qui. Per ora mi limito ad accumulare, un po’ come si vede in quei programmi televisivi, dando per scontato che tutto abbia un senso che prima o poi verrà a galla.
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