Periodo di black friday. È un continuo susseguirsi di “offerte”, di prezzi evidenziati, di sconti, di promozioni, di indicibili affari pubblicizzati ad ogni ora. Pare il momento buono per comprare qualsiasi cosa si desideri, ora o mai più.
Ogni anno scopriamo di aver bisogno di qualcosa di nuovo. Le biciclette ed i monopattini sono diventati elettrici, nuove rivoluzioni dell’era digitale. Il loro precursore, lo spazzolino elettrico, adesso è persino “smart” e capace di collegarsi ad internet. A qualcosa servirà, ma è davvero necessario?
“Noi non consumiamo soltanto, in modo ossessivo: noi ci comportiamo come degli affamati nevrotici che si gettano sul cibo (i consumi) in modo nauseante” scriveva Goffredo Parise in tempi sospetti, nel 1974. Ma il mondo è andato in un’altra direzione, ed oggi ci circondiamo di paccottiglia spacciata per necessità.
Tutto ciò di positivo che la tecnologia poteva produrre è stato veicolato e concentrato sul consumo di larga scala. E così facendo, è necessario comprare, comprare, comprare… adesso tutti vogliono vendermi un fornetto in plastica spacciato per “friggitrice ad aria”, dopo anni in cui hanno cercato di appiopparmi macchinette per il caffè “come al bar”, qualunque cosa voglia dire.
Siamo forse ad un punto di svolta, ad un giro di boa. Non essendo stato inventato più nulla di nuovo, si reinventa ciò che già esiste (macchinette per il caffè, fornetti, scaldavivande, biciclette, monopattini, spazzolini) costingendoci così ad una nuova dipendenza dopo anni colonizzati da smartphone, tablet, smartwatch, laptop e così via. Tutto questo appare ormai superato.
Chissà come proveranno a vendermi, tra un anno. L’unica certezza, almeno, è che non comprerò nulla.
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