Comprare un libro è facile, anzi facilissimo. Il problema al massimo si verifica quando lo si deve leggere, ma questo è un altro paio di maniche. Più difficile invece è trovare pubblicazioni datate, spesso di nicchia, che riguardano ambienti locali e dunque poco “tirate”. È una sfida che mi appassiona da tempo.
Questa settimana sono riuscito ad ottenere una copia del famigerato volume Il ponte di San Giacomo, che sono tornato a cercare dopo che, per l’ennesima volta, ho dovuto smentire quanto si legge in giro in merito ad una presunta origine calabrese di halloween. Ogni commento che troviamo in rete riporta come fonte questo bel libro da 435 pagine, che di fatto è introvabile se non in qualche “occasione” da libri usati.
Così è stato per me. Dopo quasi tre anni in lista d’attesa ho potuto finalmente depennare il volume, che ora dovrà essere spulciato con cura per trovare questi benedetti riferimenti (e per leggere le parole esatte usate da uno studioso che purtroppo ci ha lasciato e non può più aggiungere valore al dibattito).
Ho ancora diversi libri “irreperibili” nella mia lista, quasi tutti strettamente locali. Quelli di cui si stampano 100, 200 copie al massimo e vengono poi distribuite a familiari e conoscenti. Non parliamo di must-have assolutamente da avere, ma di testimonianze della vera storia locale, prima che fosse “filtrata” dagli anni del benessere e del consumismo.
È una caccia appagante, quella ai libri rari. Una caccia che non paga (anzi, al contrario, costa!) ma che soddisfa. Ma anche un po’ insensata: dopo aver digitalizzato il tutto, mi chiedo cosa mai me ne farò di tutta questa carta. E sopratutto, se sopravviverà alla mia stessa vita, viste le pessime condizioni di alcuni testi tra più antichi.
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