Questa mattina è arrivata inaspettatamente la notizia che Sorical riceverà 110 milioni di euro in aiuti di stato in quanto si troverebbe in crisi di liquidità. La Commissione Europea ha dunque acconsentito all’aiuto economico, mettendo però nero su bianco la necessità di redigere un piano di ristrutturazione aziendale.
In sostanza, Sorical – attualmente partecipata al 100% dalla Regione Calabria – riceverà i soldi impegnandosi ad effettuare tutte le modifiche necessarie per diventare una realtà economicamente sostenibile. Una scelta motivata dal fatto che non vi sono, al momento, soggetti in grado di svolgere i compiti di Sorical, che dunque non può “fallire”.
Ovviamente il governatore Occhiuto si prende i meriti, e manca ancora un comunicato ufficiale da parte del commissario Calabretta. Tuttavia, la questione getta per la prima volta un’ombra sulla gestione della stessa partecipata.
Partecipata che, com’è noto, non può fare sempre affidamento sui versamenti da parte dei Comuni consorziati. Si pensi solo a quelli del crotonese, con Congesi che non paga dal 2016. Solo noi abbiamo contribuito ad almeno la metà del debito di Sorical.
Il problema però nasce nel momento in cui il contenzioso continua, e va avanti per anni. È un terreno scivoloso, quello dell’acqua. È il caso di dirlo. Perché Sorical non può chiudere i rubinetti, non può interrompere le forniture, non può rifiutarsi di erogare il servizio che gestisce.
E dunque, in questa logica, Sorical andrà sempre in rosso. Che sia di un milione o di dieci, i conti della partecipata non andranno mai alla pari. A meno che, è chiaro, tutti i Comuni della Calabria inizino a pagare con solerzia quanto dovuto. Ed ammettiamolo: non è una prospettiva credibile.
In quest’ottica, questo sarà il primo di una lunga serie di aiuti che verranno concessi a Sorical, che di fatto gestirà un sistema idrico datato e gravato da perdite e lacune enormi quasi aggratis. È una prospettiva economicamente sostenibile, questa?
Certo, l’aiuto europeo è sempre buono, ma è sintomatico di un malfunzionamento diffuso e ben radicato a livello regionale. Sorical non può affidarsi solo ad aiuti esterni, ma deve essere in grado di camminare da sola, sulle sue gambe, altrimenti non sarà (davvero) altro che l’ennesimo carrozzone tenuto in piedi a forza di cose.
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