Mi sveglio col telefono che vibra, tutte le agenzie di stampa girano la stessa notizia: la Russia ha bloccato le forniture di gas a Polonia e Bulgaria. Un primo ammonimento, il concretizzarsi di timori espressi a raffica negli ultimi mesi. L’inverno è passato, ma il problema resta: e la battuta di Draghi – tra la pace ed il condizionatore – non fa più tanto ridere.
Sarà un’estate calda, su tutti i fronti. C’è quello della guerra con tutti i risvolti che continuano ad emergere giorno dopo giorno, e con pressanti spauracchi di un allargamento del conflitto. Pare che ormai ci sia una foga guerrafondaia, ed i falchi europei (ed italiani) non fanno di certo da pacieri. Daltronde, è il momento buono per colpire.
Ma il caldo non è solo sociale – timore della guerra, delle restrizioni, dei rincari – bensì anche metereologico. Questa estate sarà complicata. O almeno, ci sono tutti i segnali per poterlo affermare. Non bastassero le secche registratesi nel nord, ci si mettono anche le proiezioni (non previsioni) del centro metereologico europeo, che nei mesi a venire ipotizza forti anomalie un po’ in tutto il mondo. La notizia in questi giorni sta rimbalzando un po’ ovunque, riportata in modo errato e grossolano come al solito.
Sarà davvero un’estate molto calda? Torrida? Addirittura quella che ci porterà a registrare le più alte temperature di sempre? Ovviamente questo non possiamo saperlo. Ricordo però che nel 2003 iniziammo ad andare a mare già da fine aprile (il primo bagno fatto con gli amici fù il 23) vista la temperatura piacevole dell’acqua, circostanza che non mi è più capitata negli anni successivi.
Volendo prendere a riferimento questo paragone, negli ultimi giorni in città diverse persone sono già andate a mare, ed io stesso penso che mi farò un bagno nel fine settimana. Negli ultimi anni mai ho visto gente a mare nel ponte del 25 aprile, ma oggi sta risuccedendo. Un parallelismo che ovviamente non basta a fare previsioni o ipotesi, ma che è opportuno annotare.
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