Quest’oggi mi sono recato alla Croce Rossa di Crotone per ricevere la terza dose di vaccino. La cosa mi aveva leggermente inquietato, visto il ricordo del caos e della disorganizzazione alle precedenti somministrazioni. Però devo ammettere che nel complesso le cose sono andate molto meglio.
Nonostante la solita calca al cancello d’ingresso – elemento contraddistintivo dei meridionali, non riuscire a formare una fila e cercare di entrare tutti ammucchiati – questa volta all’ingresso ha presenziato un volontario che ha distribuito sin da subito dei numeri solo a chi era nella fascia oraria corretta. Da li poi si è passati alla compilazione dei moduli, questa volta stampati in gran numero: ma tanto me li ero già preparati.
Qualcosa che va storto ovviamente c’è sempre: della decina di fogli che ho stampato – presi dal sito dedicato regionale gestito dalla Protezione Civile – in pratica non ne serve nessuno, a parte la scheda anamnestica. In più, c’è da compilare un ulteriore modulo non presente sul sito. Roba di poco conto, alla fine.
Rispetto alle volte scorse, ci sono tre aree di attesa e le somministrazioni avvengono in piccole cabine dotate di tenda. Un minimo (ma proprio minimo) di privacy, ma sempre meglio di prima, quando ci si trovava a pochi centimetri dagli altri pazienti. Risultato: arrivo alle 14:50, entro alle 15:05 e mi siedo in attesa alle 15:15. Alle 15:30 mi becco il booster e poco prima della 16:00 sono di nuovo a casa.
Farò adesso un ragionamento che avrò già fatto mille volte, ma vale la pena riproporlo: ma quanto è provvidenziale il commissariamento di un qualsivoglia ente a Crotone? Il risultato è tangibile, il cambiamento è evidente, l’organizzazione è diversa e più funzionale. È bastato solo commissariare anche la Croce Rossa, per renderne il funzionamento migliore.
Detto questo, vediamo l’effetto della fantomatica dose di richiamo, che a detta di quasi tutti è particolarmente tremenda e dolorosa.
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