Quest’oggi mi è capitato di dover dare una brutta notizia, in merito a quell’uomo che si è dato fuoco di fronte alla caserma dei carabinieri di Rende. Una notizia che è piovuta a ciel sereno, in una giornata relativamente tranquilla, e che è piuttosto grave. Fatti eclatanti del genere non sono frequenti dalle nostre parti, e subìto è partito il tam-tam online per cercare di “inquadrare” la questione.
A dare uno sguardo più ampio, però, ci si rende conto che ultimamente in Calabria stanno succedendo tanti fatti di cronaca che stanno ricevendo attenzione a livello nazionale. Dal giovane “segregato” e legato al letto alla morte della bambina di due anni per covid, fino ad oggi.
Queste occasioni purtroppo sono ghiotte, per chi vive facendo la cresta sui drammi altrui. Si tratta di andare ben oltre il dovere di cronaca, articolando tesi e ricostruzioni parziali che vengono poi “impastate” con le notizie. Ed il tentato suicidio di oggi ci fornisce – purtroppo – un quadro sconcertante di come funzioni questo vero e proprio sistema.
A soccorsi ancora in corso, sono iniziate a circolare voci circa un gesto “dimostrativo” contro il green pass o contro i vaccini. Poi su presunti precedenti della vittima, successivamente anche su presunti procedimenti a suo carico. Il dibattito poi si è incentrato sulla benzina, sull’auto, sull’abbigliamento, su chi fosse: e via su Facebook ad una riffa di nomi. Tutto ovviamente falso e fantasioso.
Ad aggravare il quadro, il fatto che qualcuno si sia messo a scattare alcune foto della scena, finite poi pubblicate addirittura sui giornali. Chi scatta foto capita sempre, anche in momenti così drammatici: ma la scelta di molti direttori del vasto panorama editoriale calabrese, di mettere quegli scatti in prima pagina, è stata quanto meno inopportuna. Una trovata per capitalizzare traffico, detta in altri termini meno nobili.
In questi casi si vede la differenza tra diritto di cronaca e spettacolarizzazione. Il casino che si crea attorno ad una notizia della quale non si sa ancora nulla. Solo un fiorire di indiscrezioni, di commenti, di ipotesi… a discapito dei familiari.
Oramai l’editoria segue il modello Pomeriggio Cinque, ed anche in Calabria questa tendenza sembra incontrovertibile.
Lascia un commento Annulla risposta