La trasparenza non va d’accordo con la campagna elettorale. È ormai cosa nota, dato che nessuno sembra mai responsabile delle affissioni (spesso abusive) o dell’impiego di automezzi, striscioni e pratiche proibite. E come se non bastasse, questo malcostume è sbarcato anche sul web.
Già ci dobbiamo digerire i santini lasciati un po’ ovunque, i fac-simile di scheda elettorale sotto al tergicristallo ed una miriade di facce-da-cazzo spalmate dappertutto. E non sazi, ecco che te li sparano pure online: le testate giornalistiche hanno iniziato a riempirsi, in queste ore, di banner elettorali enormi, compresi popup che non puoi chiudere per alcuni secondi.
Piccola parentesi: sono contento di lavorare in un giornale che non accetta questo tipo di mercimonio. Nè piccoli spazi, nè leaderboard, nè popup, nè barre laterali o articoli sponsorizzati. Nulla. Anche a costo di perdere una sostanziosa fetta di guadagni. Ma torniamo a noi.
Mi è capitato, questa mattina, di imbattermi su questo banner di Coraggio Italia presente su LaC News. Questa lista è probabilmente una di quelle che ha speso di più nella campagna elettorale, almeno nel rinomato network, dove ha comprato praticamente tutti i grandi spazi. Buon per loro.
Tralasciando il messaggio elettorale di per sè infido e scorretto – dato che cerca di accaparrarsi i voti di chi vuole Occhiuto come presidente, puntando più alla lista che ai suoi candidati – c’è un dettaglio che più che una scorrettezza è un piccolo illecito. Cioè quanto scritto proprio sotto al logo barrato.
“Committente responsabile – il mandatario“. Chi è il mandatario di questa pubblicità così aggressiva? Mistero. Lo sapranno solo in redazione, in barba ad ogni sorta di regolamento su trasparenza e corretta informazione. Una roba che non dovrebbe esistere, ma che invece viene spiattellata serenamente in uno dei siti più visualizzati della regione.
Daltronde, in Calabria non siamo abituati alla trasparenza. In fondo neppure ci interessa. Men che meno quando si parla di politica.
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