In questo periodo, che potremmo comprendere dalla fine di dicembre alla fine di febbraio, la spiaggia di Crotone si tinge di un rosa pallido e tenue. Sono i colori del ravastello, pianta grassa presente non solo nelle zone di campagna ma letteralmente in tutta la spiaggia.
Comunemente detta violetta, è chiamata anche cachìle: chi utilizza questa variante del nome afferma che si chiama cosi in quanto è ricettacolo di sporco e sporcizia, ma si tratta di una considerazione errata. Cachile infatti non è un nome dialettale, bensì il nome vero e proprio della pianta, ossia cakile maritima, che deriverebbe dall’arabo kakeleh.
Come c’è finita questa pianta lungo le nostre scogliere? Non è una diffusione recente, in quanto si tratta di un arbusto presente in tutto il mediterraneo. C’è chi afferma che abbia origine greca, chi nordafricana. Difficile a dirsi: esistono ben cinque sottospecie della pianta, diffuse lungo tutti i paesi bagnati da questo meraviglioso mare.
Oggi, purtroppo, il ravastrello è considerato un’erbaccia, una pianta infestante, un ricettacolo – per l’appunto – di sporcizia e rifiuti. Tutto ciò nonostante rappresenti un raro esempio di “pianta da spiaggia” ancora presente lungo la nostra costa, assieme ai gigli di mare ed altre piante spontanee.
Se ci pensate, non sono poi molte le piante che fioriscono e si diffondono lungo il litorale cittadino, in piena spiaggia. È una pianta forte, robusta, e tutto sommato bella da vedere.
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