Se d’estate gli sparuti gruppetti di volontari che puliscono le spiagge si moltiplicano come funghi (e quest’anno, in vista delle elezioni amministrative, ci sono stati addirittura dei gruppi contrapposti a sostegno di due candidati a sindaco), con l’arrivo delle prime frescure questi vanno in letargo, per riproporsi poi alla successiva stagione balneare. Di fatto, a pulire la spiaggia rimaniamo in pochi, ed io primis ammetto di non farlo più con la stessa frequenza di un tempo. A dirla tutta inizio a credere che non serva a niente, perché non c’è alcuna collaborazione nel tenere pulito.
Oggi, ad esempio, nel togliere il grosso mi sono imbattuto in diversi oggetti inusuali: un copertone legato ad un foratino, che avevo individuato dalla scorsa mareggiata e portato da chissà dove; un intero ombrellone sotterrato sotto quasi un palmo di sabbia; diverse paia di ciabatte e scarpe, oltre ad alcuni indumenti probabilmente appartenuti ad un migrante che dormiva sui gradoni nelle vicinanze; diversi scatoli di pillole e boccette di medicinali, letteralmente lanciati sulla spiaggia.
Ecco, tra tutte le cose questi ultimi sono quelli a darmi più fastidio. Oggi ho raccolto questa boccetta di Lexotan, e non è la prima volta che ne trovo una: passino le bottiglie di birra lanciate dai ragazzini, le coppette di gelato abbandonate dai bambini e tutto ciò che riguarda il consumo alimentare, ma qui si parla di medicinali. Per quanto sia un boccetta vuota e chiusa, si tratta pur sempre di un rifiuto speciale, verso il quale non c’è alcun rispetto proprio da parte di chi lo utilizza.
Ora, negli anni mi è capitato di raccogliere di tutto (siringhe, blister di medicinali, bustine ecc), ed è sempre un boccone amaro rendersi conto che c’è sempre chi continua, imperterrito, a sedersi sui gradoni e lanciare la sua merda in spiaggia. La stessa dove poi magari si viene a fare il bagno, lamentandosi che nessuno la pulisce. È come se gettassi tutti gli scarti delle mie medicine di fronte casa, incurante di chi, come me, ci passeggia ogni giorno.
D’altro canto, la concezione ambientale a Crotone è questa. Io e quei pochi vecchi che ci ammazziamo a pulire siamo i fessi, gli idioti, che anzichè goderci la bella giornata con le palle al sole ci pieghiamo a raccogliere carte e cartacce, per il solo fatto che non ci piace vedere la spiaggia in queste condizioni. Non c’è senso di appartenenza, non c’è senso di bene comune: c’è solo il senso a buttare tutto dove capita, non sia mai di portarlo fino ad un cestino.
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