Più che un rock’n’roll, quello che suona alla Regione Calabria sembra essere una tarantella. Una delle più classiche, che vede come al solito la “casta” politica da una parte e tutto il resto dall’altra.
E se non fosse stato per l’attento Riccardo Tripepi di LaC News, probabilmente la ballata sarebbe continuata ininterrottamente per chissà quanto. L’articolo ha fatto saltare il banco, facendo correre ai ripari i consiglieri regionali, rei di aver votato un provvedimento che amplia i benefici relativi ai vitalizi.
Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13. Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento alla D.L. n. 174/2012. Così si chiama il Progetto di Legge 10 approvato in fretta e furia dai consiglieri, in appena due minuti, che ha fatto scandalo in tutta Italia e che verrà abrogato il prossimo 3 giugno.
Una situazione indifendibile e surreale. La legge è stata sottoscritta letteralmente da tutti, tant’è che i proponenti sono: Giovanni Arruzzolo (Forza Italia), Giuseppe Graziano (Unione di Centro), Sinibaldo Esposito (Casa delle Libertà), Clotilde Minasi (Lega), Pierluigi Caputo, Vito Pitaro (entrambi Jole Santelli Presidente), Domenico Bevacqua (Partito Democratico), Pippo Callipo (Io Resto in Calabria), Francesco Pitaro (Pippo Callipo Presidente), Giuseppe Aieta (Democratici e Progressisti) e Filippo Pietropaolo (Fratelli d’Italia).
Daltronde pecunia non olet, e non è stato difficile trovare un così vasto sostegno trasversale tra tutte le forze politiche in Regione. Quando si tratta di soldi, da sommare al lauto stipendio di circa 10.000€ mensili, sono tutti d’accordo.
La cosa più grave, però, in questa vicenda, non è solo l’aspetto economico che riguarda un ingiusto carico a danno di tutti noi cittadini. Sono le scuse fornite dai consiglieri stessi, che hanno candidamente ammesso di non aver letto ciò che stavano approvando, o al più di aver capito diversamente.
Tutti si sono giustificati, ma è impossibile che un progetto di legge discusso e approvato per ben due volte (Conferenza e Consiglio) non si sia compreso a sufficienza. La malafede della politica genera improbabili pezze a colori, che vorrebbero far passare il tutto come inconpetenza. In realtà, il gioco era ben studiato: l’approvazione in appena due minuti senza alcun dibattito, l’assenza dei giornalisti in consiglio, la tarda ora dello svolgimento (l’odg era pianificato, guardacaso, per ultimo), ed anche le poche parole usate da Tallini per descrivere il provvedimento, bollatto laconicamente con un “si illustra da sè“.
Volete una riprova? Basta guardare il file .pdf della Regione Calabria, che è stato goffamente “censurato” da una tale Anna Errigo, che ha tentato di coprire le firme dei proponenti. Basta tuttavia scaricare il file ed aprirlo da PC, per eliminare il riquadro nero posto per chissà quale motivo sul documento.
Era tutto studiato. Era tutto programmato. È questa, la classe politica calabrese. È questa, l’attenzione della politica nei confronti dei cittadini. È questa, la priorità della politica: fottere, e produrre pezze a colori quando viene fottuta.
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