Certe volte mi chiedo se serva davvero studiare giornalismo, proseguire in questa “carriera” e continuare ad investirci tempo e denaro. E me lo chiedo sempre più spesso, specialmente vedendo gli esempi di giornalismo locale, che lasciano trasparire senza troppa disinvoltura il loro menefreghismo e la loro approssimazione.
Se ci sono giornalisti che mantengono ben separati informazione e pensiero, editorialismo valido (per quanto condivisibile o meno) e riflessioni personali, questi si possono contare sulle dita di una mano, a Crotone. Anche perché la tendenza è sempre più evidente: crearsi un giornaletto personale dove dire solo quello che mi va e come mi va.
Ma ci sono comportamenti che vanno ben oltre la meschina propagazione di idee personali tramite notizie di stampa. Comportamenti che lasciano intendere come l’ODG sia aperto a cani e porci, non curante della qualità dell’informazione prodotta. Problemi di forma e di sostanza, che si palesano in situazioni come quelle in foto.
Cinque titoli di articolo, tutti e cinque conclusi con un punto esclamativo. Un errore di base, una delle prime cose che studi, una delle prime cose che noti come differenza tra un giornale serio ed uno aperto tanto per.
Il punto esclamativo si usa “sobriamente”, e solo ed esclusivamente all’interno di frasi e paragrafi pronunciati da qualcuno, come rafforzativo. Qui invece, abbiamo un chiaro esempio di “enfasi a dirotto”, dove tutto è un urlo, un’esclamazione, un misero tentativo di dare risalto – secondo le più stupide leggi del copywriting – ad un contenuto.
E vabbè che parliamo di Fantapol… ma è pur sempre di una testata giornalistica registrata.
Lascia un commento Annulla risposta