Come scritto qualche giorno fa, la combinazione di levante e scirocco comporta un aumento vertiginoso dell’umidità, che si è palesato con una coltre di condensa che ha letteralmente avvolto l’intera città. Questo fenomeno, associato alle abbondanti piogge che hanno riempito canaloni, crepacci e fossi, generano un’altra conseguenza: le rane.
Chiedete ad un anziano – o anche ad un adulto – che abbia vissuto nei pressi del mare, se si ricorda le invasioni di rane sulla spiaggia o ai piedi dei calanchi. È un ricordo nitido, almeno per chi ha vissuto “in strada”, e non è assolutamente una storia inventata.
La ranùnchia, la rana comune, quella verde con delle macchie nere, è un animale tipico di queste zone. Si trova incredibilmente a suo agio nell’argilla e nei terreni acquitrinosi, e non è affatto raro da ascoltare e da vedere. Eppure, in queste sere si vedono decine di esemplari in giro per le strade.
Questa sera, camminando verso il cimitero, ne ho viste almeno una trentina sul marciapiede o in mezzo alla strada. Un fatto del tutto inusuale, dato che il rospo è spaventato dalle vibrazioni (che sia il passeggio o il passaggio di automobili) e tende a starsene sui calanchi o sulla spiaggia piuttosto che in strada.
Evidentemente, in queste sere è occasione ghiotta anche per lui, di uscire a farsi una passeggiata in santa pace.
Lascia un commento Annulla risposta