Il passare del tempo, con conseguente cambio di abitudini e ritmi, non è solo una delle cose più difficili da accettare, ma è anche una delle cose più difficili da comprendere. Spesso non ci rende conto di essere diventati “vecchi”, non nel senso dispregiativo del termine, quasi superflui. È una sorte che toccherà ad ognuno di noi, e non possiamo farci nulla: è così che va.
Una cosa del genere sta succedendo, purtroppo, a Il Crotonese. Giornale di punta della città, sono ormai anni che rincorre a fatica la modernità, e non riesce – volenti o nolenti – a riprendersi. Le colpe possono essere molteplici, e sicuramente sono diversi i fattori che hano influito sulla rovinosa caduta: sicuramente la crisi della carta stampata, ma anche una concorrenza piuttosto agguerrita per una città così piccola, ed una certa ripetitività nel taglio degli articoli (che ha portato più di qualcuno, compreso il sottoscritto, ad annullare l’abbonamento annuale al giornale).
Insomma, parliamoci chiaramente: se devo leggere le solite notizie che già trovo in rete, per quale motivo dovrei pagare un giornale? Perché purtroppo Il Crotonese non offre molto di più di una qualunque testata giornalistica online, salvo qualche intervista o speciale estremamente specifico. E comprare un giornale per leggere il punto di vista di chi scrive sarebbe un po’ come pagare per leggere questo blog…
Eppure, oggi, nell’editoriale di Pipita, le colpe sembrano ricadere in tutt’altra direzione. Il giornale infatti ha lanciato la campagna “Non fotorubateci”, tornando sull’argomento già affrontato tempo addietro. E i colpevoli sono gli stessi lettori del giornale, che condividendo gli articoli sui social comprometterebbero le vendite del giornale stesso. Sono dei ladri.
Si legge nell’editoriale: “Sapete cosa c’è dietro la redazione di una notizia? Ore di lavoro, di telefonate, incontri, interviste, ricerca di conferma, consultazioni di atti e documenti“. Che altro non è che il lavoro del giornalista. Lavoro svolto anche da coloro che lavorano in redazioni online, e, permettetemolo, lavoro svolto anche da alcuni blogger. Cos’ha di diverso il lavoro pubblicato dal Crotonese rispetto a quello di tutti gli altri?
Niente. Ma proprio niente. E questo sembra sfuggiere a chi, frettolosamente, incolpa i suoi lettori di “rubare gli articoli” invocando addirittura la recente riforma sul copyright, inconsapevole di contribuire ad allontanare ancor di più i lettori. Specialmente i più giovani, che di social e vetrine vivono.
Dispiace vedere la totale mancanza di direzione in quello che dovrebbe essere il punto di riferimento per ognuno di noi. Ma ad oggi, non si può non prendere atto del totale “appiattimento” di quello che dovrebbe essere un “prodotto culturale”, che si somma alla mediocrità di tutti quei giornaletti che spuntano come funghi e non propongono altro che i fatti del giorno e qualche parere personale.
Le notizie non appartengono ai giornali. Non basta essere un giornale cartaceo per chiedere di essere preferito. Bisogna differenziarsi. Altrimenti, si finisce per fare la fine di tutti gli altri: l’elemosina. Basata sull’astruso quando falso preconcetto di avere qualcosa in più degli altri.
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