Curare la mappa di una piccola città come Crotone può rivelarsi veramente difficile. Sono ormai 11 anni che mi dedico alla gestione diretta sui principali servizi, eliminando elementi obsoleti, correggendo errori ed aggiornando strade e passaggi. Mentre OpenStreetMap se lo filano in pochissimi, su Google Maps è un vero e proprio casino.
Ogni giorno (e sottolineo: ogni giorno) mi ritrovo a fronteggiare decine e decine di inserimenti sbagliati. Alcuni utenti inseriscono sulla mappa i luoghi familiari (tipo “casa di zia”, o “garage papà” ecc.), altri piazzano attività in luoghi incomprensibli (in mezzo ad una strada, in aperta campagna, in mare ecc.), ed altri ancora i luoghi se li inventano proprio. Il tutto poi è da sommare ai noti problemi del servizio.
Più volte infatti mi è capitato di dover segnalare ed eliminare attività inesistenti e dai nomi improbabili (come “mammt” o “sukamilla“), così anche come attrazioni (come un presunto luna park sulla passerella chiamato “sballoland“) e luoghi di interesse (qualcuno ha indicato i luoghi dove trovare delle prostitute sulla 106), ma anche di correggere attività segnalate in modo improprio (come una discarica poco fuori città indicata come parco naturale).
Insomma, pare che i crotonesi non abbiano molta familiarità con lo strumento. Ma non è questo quello di cui volevo parlarvi. Da qualche tempo infatti tenevo sott’occhio un luogo fittizio creato diversi mesi fa, nei pressi dello stadio. Si chiama Città Antica di Kroton, è registrato come sito archeologico visitabile, ed è collegato ad un sito web alquanto vecchiotto. Nel corso degli ultimi mesi, questo luogo ha ricevuto ben 57 recensioni (principalmente positive), anche da parte di numerosi miei concittadini iscritti al programma Local Guide di Google.
C’è un solo problema: questo luogo non esiste. O, per meglio dire, per quanto siamo a conoscenza dei reperti archeologici presenti nel vicino sottosuolo (e non dov’è posizionato il marker), si tratta di una indicazione fittizia, finta, che non rispecchia la realtà.
Ed a leggere le recensioni, si capisce ancor di più che in molti non hanno mai visitato quel luogo. Qualcuno scrive che “Il sito è molto bello e suggestivo Il museo è ben concepito è organizzato. Assolutamente da vedere. Servirebbe un servizio guide per poter godere meglio della bellezza del posto“, ma sappiamo bene che li non c’è altro che uno sterro, utilizzato per posizionare le giostre ed una parte della fiera verso fine maggio.
Insomma, delle 57 recensioni collezionate nel corso dei mesi, poche rispecchiano le caratteristiche del sito. Qualcuno si lamenta per il fatto di non essere più in serie A, altri della brutta piega che ha preso la città nel tempo. Ma nessuno delle varie Local Guide che hanno messo 5 stelle al luogo ha ben pensato di segnalarlo. Perché?
L’idea è che nella città di Crotone si registra, sempre più frequentemente, un continuo ed insensato elogio del falso. Un’esaltazione all’inverosimile di cose che non conosciamo, che non esistono, come in questo piccolo, semplice caso fornito da Google Maps. Al quale bisogna aggiungere un’ulteriore beffa: alcuni di coloro che hanno piazzato le loro belle recensioni a 5 stelle sono gli stessi che hanno protestato a favore dello stadio, e dunque contro al sito archeologico. Ma questa è un’altra storia.
Che si tratti di un errore in buonafede o solo di un modo per aumentarsi il ranking come “guida virtuale”? Quel che colpisce, è che si crede necessario dover ingigantire le attrattive di una città, addirittura inventandosi luoghi. Un’atteggiamento immaturo, che tuttavia trova evidentemente riscontro.
Inutile dirvi che ho provveduto a segnalare il luogo per la cancellazione. Se volete contribuire ai servizi online, non tiratevi indietro! Serve l’aiuto di tutti, ma in modo metodico ed ordinato. Creare luoghi finti o duplicare i luoghi già esistenti è solo una perdita di tempo. E di certo, non fa altro che dimostrare quanto siano miseri certi “paladini” nostrani.
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