Ultimamente le strade della città si stanno riempiendo di numerosi tratti colorati in modo vivace. Una nuova segnaltetica orizzontale, nata per volere di un concittadino attivista del M5S, che riprendendo un’idea lanciata a Roma ha deciso di segnalare agli automobilisti le numerose buche presenti. Avvallamenti, fossi, piccoli crateri, ogni qual cosa possa essere pericolosa per i guidatori.
L’idea ha ricevuto sin da subito un certo riscontro, e diversi concittadini hanno deciso di emulare la trovata segnalando la qualunque, dalle buche alle deformazioni, fino a riscrivere completamente la scritta “stop” in Via Napoli. Diverse persone sono anche state multate, perché “imbrattare” il manto stradale è un reato, e nonostante il loro buon intento si ritrovano ora a dover pagare una multa.
Di tutta questa storia, però, è emblematica una foto. Una soltanto. Scattata lungo Via Tellini, riprende una grata parzialmente tappata “abbellita” con la scritta: “È TAPPATOOO”. L’immagine ha girato molto online, ed è stata ripresa da tante pagine locali con commenti tipo “Ah, ecco perché ci allaghiamo“, o “E nessuno fa niente“. Ne è nata una piccola polemica, che è durata il tempo del caffè di dopopranzo.
Ma mi voglio soffermare sulla grata in questione. Quest’anno, per la prima volta, ho potuto vedere con i miei occhi gli operai della Congesi che procedevano alla pulizia delle grate e dei tombini. Questi operavano a mani nude, utilizzando dei bastoni o le proprie dita per liberare le caditorie da foglie e rifiuti vari, ormai compattatisi. Un lavoro ingrato, svolto da due/tre operai completamente a mano, a piedi, sul finire di Settembre.
Si tratta di un’operazione decisamente poco efficace, specialmente sul lungo termine, ma è pur sempre l’unica effettuabile. Magari, e dico magari, andrebbe fatta più volte e con modalità diverse, ma questo è un altro discorso.
Torniamo alla grata. Preso atto del fatto che è stata pulita qualche mese addietro, e preso atto del fatto che è nuovamente intasata (almeno in parte), c’è da domandarsi: ha senso prendersi la briga di uscire di casa, andare a comprare una bomboletta spray, tornare sul posto e scrivere per terra che il tombino è tappato? Non per qualcosa, ma nello stesso lasso di tempo si poteva fare altro, tipo stappare il tombino…
Non me ne voglia l’autore della scritta, ma magari invece di lamentarsi del tombino tappato avrebbe potuto provvedere di sua mano a stapparlo. Avrebbe risparmiato il costo della bomboletta ed offerto un servizio a tutti, senza creare scandali e polemiche. Un lavoro da poco.
L’educazione civica ci chiede di fare la nostra parte, e questo ogni tanto può voler dire sporcarsi le mani. Pulire qualche grata, tagliare da se le erbacce lungo una strada, curare un po’ il verde, effettuare piccole riparazioni… è vero, non toccano a noi. Ma è anche vero che di fronte ad una latitanza cronica di servizi, non ci resta che l’auto-organizzazione.
Quello che mi sento di dirvi, dunque, è che se avete due minuti liberi, non pensateci due volte a fare qualcosa per il quartiere, per la città. Alla fine, ci viviamo noi. E se il tombino lo stappate, anziché scriverci sopra, state certi che farete del bene prima di tutto a voi stessi.
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