Ieri sera sono stato allo GNAM, un festival itinerante dello street food riprodotto – in piccolo – a Catanzaro Lido. Una bella iniziativa, che per il secondo anno consecutivo si ripresenta sul lungomare catanzarese.
Aldilà dell’evento in se (gli stand internazionali erano giusto quello messicano, greco, argentino, spagnolo ed ungherese, e quest’ultimo faceva solo dolci), si è trattato di un modo piacevole di trascorrere una serata, e più in generale una giornata fuori porta.
L’ostacolo più grande, per partecipare a questo evento, è stato solo uno. Non la strada (che tutti si affanno a dire “impercorribile” o chissà cos’altro), non il traffico, non i costi, non la folla di persone, la mancanza di posti a sedere o altro. No. Tutto questo è semplicemente normale. L’ostacolo più grande è stata l’incredibile resistenza di ogni persona invitata. Nessuno ci voleva venire.
Senza scadere in discorsi miseri, come il classico antagonismo tra Crotone e Catanzaro (motivo per il quale, realmente, molte persone non si spostano), e dando ovviamente per scontato che non tutti possono permettersi di spostarsi in autonomia, c’è comunque da dire che il crotonese medio è poco incline allo spostamento, anche quando si tratta di tragitti brevi.
È uno dei primi confronti che fai, quando conosci persone delle altre regioni. Nel resto d’Italia, spostarsi da paese in paese – senza percorrere traversate bibliche – per partecipare a questo o quell’evento è una cosa normale e comune. Qui invece, anche organizzarsi per andare a Le Castella richiede giorni di discussione e valutazioni, che molto spesso si concludono con bidoni dell’ultimo minuto o con scuse ed impegni.
Ieri sera è successa un po’ la stessa cosa. Di tutte le persone invitate, solo due sono venute. Le altre hanno declinato nel corso della giornata, perché “fino a Catanzaro è troppo lontano”. Mezz’ora d’auto, un’ora al massimo con il traffico. Ed ovviamente, tutti a chiedersi “ma a Crotone non lo fanno?”.
Questione di mentalità, probabilmente. Una mentalità condivisibile – per certi versi – in una persona adulta, ma non in un giovane. L’immobilismo è la rovina della gioventù. La fossilizzazione in un solo posto, in attesa che tutto arrivi li e non altrove, perché di spostarsi “non ne vale la pena”. Poi però, le cose non sempre arrivano, e ci si ritrova a lamentarsi che “altrove le fanno, da noi no”. “Da noi non si fa mai nulla”.
Gli eventi si raggiungono. Non bisogna pretendere di avere tutto nella propria città. Girare è bello. Dovremmo ricominciare a farlo.
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