Con oggi comincia ufficialmente l’estate, e da qui a poco le nostre spiagge saranno affollate all’inverosimile. Alla faccia del noto motivetto “stessa spiaggia, stesso mare“, il buon crotonese terrà conto della sacrà ritualità dell’andarsi a piazzare sulla spiaggia di sempre: c’è chi si prende il solito barracchìnu, chi rimane alla marina, chi si sposta verso Capo Colonna. E c’è poi chi rimane nel grande pezzo di spiaggia libera cittadina, alle scogliere.
Di fatto, le scogliere rappresentano un tratto caratteristico della nostra città: occupano il più grande “pezzo” di spiaggia libera urbana, un’area di circa 140 mila metri quadrati. Ma queste scogliere non ci sono sempre state. Vennero realizzate nei primi anni ’70, a seguito della riqualificazione di tutto il lungomare cittadino, fino al Cimitero. Prima di allora non esisteva un vero e proprio lungomare: non c’era una strada asfaltata, e le numerose baracche del quartiere Shangai venivano costruite fin sulla spiaggia. Era un periodo buono, e si decise dunque di realizzare una serie di interventi per migliore l’aspetto della città e la qualità della vita dei suoi abitanti.
Ultimata la costruzione del lungomare (come vedete in foto), si pensò di realizzare le scogliere. Servivano per impedire che le mareggiate arrivassero fino alle abitazioni, paura ancora oggi diffusa tra i pochi anziani rimasti che si ricordavano il lungomare prima dell’intervento. I grandi blocchi di cemento e ghiaia vennero realizzati direttamente sulla spiaggia, per poi essere posizionati con delle lunghe gru. Dopo aver posizionato i blocchi, si procedette alla creazione delle cosiddette “vasche”, dove tuttoggi ci facciamo il bagno.
Qualcuno ricorda che, pr
Da allora il lungomare cittadino ha cambiato più volte aspetto, le baracche sono progressivamente sparite (le ultime demolizioni sono del 2001) lasciando il posto ad edifici in muratura, vennero installati i lampioni e creati i marciapiedi, e poi le varie scalette per scendere in spiaggia e diverse piazzette. Il grande restauro avvenne nel 2003, quando venne creato il lungomare che vediamo oggi. Nonostante tutto, le scogliere sono ancora li, e probabilmente sono destinate a restarci.
Ora sapete quando vennero create e posizionate, ed avete una vaga idea di come fosse il lungomare all’epoca. Ma quanti di voi sanno dirmi, senza sbirciare, quante sono le scogliere di Crotone? E sopratutto, da dove bisogna iniziare a contarle?
Non è un tema da poco. Sebbene siano sotto gli occhi di tutti, in pochi sanno quante sono le scogliere. E, cosa ancor più ambigua, non vengono conteggiate da tutti allo stesso modo: c’è chi inizia a conteggiarle dal Cimitero e chi inizia a conteggiarle dalla Passerella, creando così grande confusione anche nei gruppi più omogenei.
Iniziamo subito a toglierci i sassolini: le scogliere sono 12, includendo il tratto aggiuntivo della Passerella e la scogliera del Ranieri, e vennero realizzate tutte a seguito dei lavori del lungomare tra la fine degli anni ’60 ed i primi degli anni ’70. Tuttavia, la Passerella ed il Ranieri non vengono considerate come scogliere, ma come opere a se. Per questo motivo, il totale delle scogliere passa a 10, di cui 9 visibili ed 1 sommersa.
Come vedete, il conteggio parte dalla Passerella, e non dal Cimitero. Questo vuol dire, oggi come oggi, che la prima scogliera è quella dove si trova il “nove zero due“, e non quella dove si trova “El Gaviota“. Ovviamente, non esiste un documento che sancisce l’ordine corretto, ma viene generalmente rispetto l’ordine di realizzazione delle scogliere, dalla prima all’ultima, da nord a sud.
Con il passare degli anni le scogliere hanno subito qualche danno. Alcuni scogli sono stati spostati dalle forti mareggiate invernali, finendo molto più a largo o comunque in posti improbabili. Insomma, fanno il loro dovere. Una sola scogliera ha subito delle modifiche, la nona, dove è stato aggiunta una fila di grosse pietre di arenaria (probabilmente perché molto più bassa rispetto alle altre). La prima scogliera, invece, pare custodire un piccolo mistero, dato che ogni tanto, complice la bassa marea, emergono delle ruote in pietra ben distinguibili nella sabbia. Vecchie macine, come sostengono alcuni appassionati, o ruote delle mulazze utilizzate per la costruzione degli scogli, come sostengono le anziane memorie della zona? L’ultima opzione sembra essere la più probabile, dato che viene raccontato che dopo la costruzione dei frangiflutti tutti i materiali di risulta impiegati vennero gettati tra gli scogli.
Le scogliere oggi non godono comunque di una buona reputazione, in quanto considerate ricettacolo di sporcizia e comunemente associate ad un’acqua sporca, anche per colpa di alcuni sversamenti fognari che hanno interessato l’area. Vengono comunque usate quotianamente per andare a pescare, per raccogliere ricci, granchi e quant’altro, ed anche per appartarsi o per fare delle belle foto. Come ho già detto sono diventate un simbolo della città, tanto da essere nell’uso comune l’espressione “vi porto alle scogliere” come sinonimo di andare a mare.
Ognuno di noi poveri mortali, che al baracchino o al bungalow non ci pensa neanche lontanamente, ha la sua scogliera di riferimento. Che sia la terza, la sesta o la quarta poco importa: l’importante è che ora sappiate i numeri giusti 🙂
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