L’estate a Crotone porta con se diverse fobie stagionali, destinate a nascere e morire a cavallo tra fine Maggio ed i primi di Settembre. Ce n’é per tutti, tant’è che ogni anno ritornano i “problemi” di sempre, dagli schiamazzi notturni alle ordinanze per la musica, dal traffico insopportabile ai numerosi controlli delle forze dell’ordine, e chi più ne ha più ne metta. Ma un vero e proprio must, sicuramente giustificato ma comunque decisamente esagerato, è quello che riguarda la paura della “fogna a mare”.
A Crotone sono infatti presenti – come in tutte le città di mare – ben tre sbocchi della rete fognaria in acqua (ne parlerò meglio in un altro post), che durante l’inverno vengono usati in situazioni di eccessivo stress della rete. In estate è – ovviamente – vietato aprire questi scoli, ma purtroppo capita che per dei malfunzionamenti o per degli errori vi siano degli sversamenti che compromettono la balneabilità. Lo scorso anno ne abbiamo avuti due, di sversamenti, ed in passato si sono registrati numeri simili, con un netto peggioramento dal 2012 al 2016. Speriamo, ovviamente, di cambiare rotta.
A fronte però di due sversamenti, si registra una paura sempre più fobica della “fogna”. Ogni qual volta che il mare è sporco, si nomina la “fogna”. Se la spiaggia è sporca, e ci si infetta con orzaioli e dermatiti, si parla subito di “fogna”. Se ci sono carte, plastiche e confezioni che galleggiano a mare o che si decompongono sulla spiaggia, si parla pur sempre di “fogna”. Insomma, questa fogna è diventata un deterrente, la panacea di ogni male, ed anche quando non è palesemente un problema collegato alla rete fognaria è inutile specificalo: per il crotonese, si parla di “fogna”.
A far gridare subito allo scandalo sono le frequenti chiazze di vari colori che si materializzano nei nostri mari lungo tutto il periodo estivo, da Giugno ad Agosto. Come ci ripete annualmente l’Arpacal, si tratta nella maggior parte dei casi di fioriture algali, o – dove si presentano le condizioni – di grandi accumuli di pollini provenienti da piante terrestri. Si tratta dunque di fenomeni naturali, che solo in rari casi possono essere dannosi per la salute (come nel caso di alghe tossiche o di particolari allergie). In quanto tali, le fioriture algali sono dei fenomeni da sempre presenti sulle nostre coste, stranamente “dimenticati” dai più grandi, ed oggi visti con sospetto da parte di tutti: schiume colorate, bollicine e torbidità hanno sempre accompagnato i nostri mari.
Ma come si fa a capire se quelle chiazze che vedete in acqua sono fogna o altro? La risposta non è affatto scontata. La cosa più semplice ed immediata da fare è odorare: se si tratta di uno sversamento fognario, molto probabilmente si avvertirà anche un certo puzzo inconfondibile. Ma se lo sversamento è avvenuto a distanza di diverse ore, è altrettando probabile che non si avverta alcun odore particolare. A questo punto, bisogna osservare attentamente: fogne e fanghi depurativi hanno dei colori che vanno dal grigio al marrone (in alcuni casi, sono addirittura verdastri), ed una volta disperso il colore si presentano grossomodo così. In linea di massima, gli sversamenti sono contraddistinti da una particolare sporcizia sia sulla superfice che sott’acqua. Una patina oleosa non indica necessariamente che si tratti di fogna.
Allo stesso modo, non è molto semplice capire quando si tratta di una fioritura algale o di fenomeni comunque naturali. I grandi ammassi di pollini infatti hanno un range di colori molto più ampio, che va dal classico verde al rosso, all’arancio, al giallo, al marrone. Possono essere accumuli più o meno grandi, che generalmente si trovano sott’acqua e vengono spinti dalle onde fino a stazionare sulla riva. A differenza degli sversamenti, che perdono “colore” rapidamente, le fioriture rimangono ben distinguibili in acqua anche a distanza di ore. Quasi sempre sono accompagnate da una patina oleosa sulla superfice (oli contenuti nei pollini o espulsi dalle stesse piante), non hanno odori particolari e possono produrre delle schiumette colorate, quasi sempre di colore giallognolo.
Nelle foto vedete due esempi, e visti così la distinzione sembrerebbe un gioco da ragazzi. Ma non è così. I fanghi dei depuratori molto spesso producono delle macchie del tutto simili a quelle delle fioriture, macchie che in realtà sono delle vere e proprie “nuvole sottomarine” fatte di escrementi. Per questo motivo, prima di tuffarvi a pesce e scoprire di cosa si tratta, è sempre meglio fermarsi un attimo ad odorare e ad osservare il mare! Meglio perdere due minuti, in questi casi.
La portata delle fioriture comunque è notevolmente aumentata, sia per le temperature più alte sia per il sempre più certo collegamento con l’inquinamento ambientale. L’azoto, contenuto in praticamente tutti i concimi agricoli, finisce dalle acque dei terreni all’acqua del mare, velocizzando la proliferazione di queste piccole alghe. La fioritura dei microorganismi ne decreta anche la morte, ed è per questo motivo che, generalmente da metà Luglio a fine Agosto, e poi nuovamente in autunno, le nostre spiagge si rimepiono di tutte quelle alghe morte, di colore scuro. E’ un processo naturale, che ha comunque degli effetti negativi sulla salute delle nostre acque a causa dell’eutrofizzazione: le alghe morte assorbono notevoli quantità di ossigeno, uccidendo pesci e crostacei che vi risiedono, o costringendoli a migrare altrove.
Ma veniamo ai colpevoli. A causare queste chiazze e relativi allarmismi sono le seguenti alghe: Dinophyceae, Dinoflagellata e Bacillariophyce. Parliamo di alghe non tossiche per l’uomo, molto presenti nel Mediterraneo e dunque nello Jonio, tant’è che causano questi fenomeni in tutti i paesi bagnati da questo mare. Tuttavia, dal 2009 è nota la presenza della Microcystis aeruginosa, alga tossica per via della produzione di una cianotossina: non si tratta di un’alga letale, ma in alcuni casi potrebbe anche esserlo.
Quest’anno non si è ancora registrato nessuno sversamento (e speriamo non se ne registri nessuno), ma i soliti urlatori di piazza, nel frattempo, scattano foto ad ogni rifiuto in acqua, parlando di fogna. Ma quella è solo inciviltà. L’Arpacal, che come già detto monitora costantemente il mare, ci ha fatto sapere che per tutto il mese di GIugno non si sono rilevate criticità, anche se il periodo critico inizierà dai primi di Luglio, come ogni anno. L’assessore Tommaso Sinopoli ha parlato, sulle pagine del Crotonese, della criticità lungo la discesa di Via Gallucci, con i lavori fermi per via dei dovuti accertamenti a seguito del ritrovamento delle solite “scorie” nel sottosuolo. Ritrovamento che ha bloccato la realizzazione di un’opera che la città attende da anni: la rete fognaria dopo il Cimitero. Lo stesso assessore si è detto pronto alle dimissioni in caso di sversamento fognario.
Per cui, cerchiamo di porre fine al binomio “acqua sporca = fogna”. Semplicemente, non è vero. La sporcizia può anche essere naturale, e l’acqua non deve per forza essere cristallina per essere pulita. Se poi non vi fidate, e dopo un’opportuna analisi visiva/olfattiva siete ancora in dubbio e non sapete se tuffarvi o meno, sappiate che esiste il Portale delle Acque, dove vengono registrati i dati di tutti i prelievi mensili effettuati dalle varie Arpa, e comunicati gli eventuali divieti di balneazione. A Crotone, inoltre, anche il M5S locale provvede ad effettuare una serie di analisi durante l’estate. In alternativa, controllate per tempo eventuali segnalazioni da parte del Comune o della Capitaneria di Porto.
Se poi non c’è nulla, non c’è bisogno di avere paura.
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