I sondaggi che hanno sbagliato le previsioni su Trump o su Brexit da noi non valgono. Tutto va come previsto: Nicodemo Parrìlla è il nuovo Presidente della Provincia di Crotone, eletto con il 62,2% dei voti. Esce dunque di scena Franco Parise, ex presidente facente funzione dopo l’abbandono di Peppino Vallone.
Questa situazione mette limpidamente in chiaro una cosa, per chi ancora non l’avesse capito: è in atto un cambiamento di vertici e di poteri. Volendo fare un discorso esclusivamente politico, il PD è il grande sconfitto in Calabria, non solo alla Regione, dove addirittura si parla di primavera tradita, ma anche nelle singole città.
E in fondo, bastava guardare alla condizione dei 27 Comuni che vanno a formare la Provincia di Crotone: 1 in mano al PdL, 6 in mano al PD, i restanti 20 a tante liste civiche. Zone grigie formate pevalentemente da ambienti vicini al “centro-sinistra”, che può voler dire sia PD che Demokratici. In base all’evenienza. E dopo la cocente sconfitta elettorale del PD locale e del suo asset già alle elezioni amministrative, c’è un’ennesima svolta da parte della classe politica locale, che sale per direttissima sul carro del vincitore.
Insomma, se lo scorso luglio mi chiedevo che futuro ci fosse per il PD crotonese, la risposta è ormai più che ovvia. E forse, ci sarebbe da aggiungere che la caduta del PD è avvenuta con dolo da parte degli stessi esponenti politici nostrani, che in un modo o nell’altro si sono messi a posto per il passaggio di ruoli. A dimostrazione di ciò potremmo rivangare numerose dichiarazioni degli ultimi mesi, da parte di politici e politicanti che gravitano nel “centro-sinistra” Calabrese, o dello stesso PD, sempre più inclini a favorire le scelte degli ex Demokratici.
Parliamo dunque di un passaggio annunciato, che ha gradualmente interessato la maggior parte dei paesi della Provincia, e che si è concluso solo con la “presa” del capoluogo. Ma questa è solo la conclusione della prima fase: adesso c’è da tirar sù tutto il “nuovo” sistema, con facce nuove e vecchie, tra chi sta sempre a galla e chi emerge. Funziona così, in tutta Italia.
Il piano degli Sculco, insomma, ha funzionato. Si è dimostrato vincente. Non c’è più alcuna divergenza con il PD locale, perché il PD locale ha perso. E’ fuori dai tavoli ormai. Rancori personali al massimo, ma niente più. Con la presa della Provincia infatti, si conclude l’escalation delle posizioni di potere a cui potevano ambire le varie liste civiche della Sculco (Calabria/Provincia/Crotone in Rete), se escludiamo qualche partecipata o qualche incarico dirigenziale. Ma tempo al tempo.
Non è la prima volta che queste persone salgono al potere, in una situazione di quasi totale accondiscendenza e sostanzialmente favorevole. E i pareri sono contrastanti. C’è chi dice che “è una famiglia di mafiosi”, o che “si sono comprati il potere”, ma anche chi sostiene che “faranno il nostro bene”, o che “lavoreranno per noi”. Ma resta comunque il dubbio: chi è incluso in questo “noi”? Ci sono pure io, o c’è solo chi dicono loro? O, peggio ancora, ci sono solo i classici amici degli amici?
Vedremo. Nel frattempo, è bene ricordare che stanno ereditando una situazione difficile anche alla provincia: sul finire del 2014 l’ente aveva accumulato oltre 25 milioni di debiti, e con le nuove leggi entrate in vigore non è ancora chiaro come faranno a sostentarsi e a mantenersi. E, come se non bastasse, sono sempre più frequenti le proteste dei dipendenti, che non vengono pagati per mesi e mesi.
Insomma, una situazione di disagio che di certo non è una novità. Nel frattempo, l’anno è appena cominciato, e stiamo per entrare nel vivo (concretamente) di molte situazioni. Ci aggiorniamo tra qualche mese.
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