Il Crotonese di oggi (5 Novembre 2016) ha dato ampio spazio alla linea difensiva di Pugliese e soci, con un bel pezzo a firma di Domenico Policastrese. Il sindaco e i suoi consiglieri infatti hanno da sempre sostenuto che le responsabilità della chiusura del Sant’Anna siano da attribuire alla Regione (e ai sindaci dei comuni costieri, oltre che al governo).
Quanto scritto oggi sul Crotonese è chiaro: la Regione Calabria aveva già deciso la fine del Sant’Anna. Non è colpa nostra, qualcuno ha calato la decisione dall’alto. Nella fattispecie, ci si riferisce al 21 Settembre 2016, quando ci fù un incontro tra i vertici di Ryanair (David O’Brien, Niall O’Connor e John Alborante) e diversi esponenti della politica locale: gli irlandesi si riunirono separatamente con Mario Oliverio, Dorina Bianchi e Ugo Pugliese. In quell’occasione, il primo cittadino sarebbe stato informato che da quel momento in poi le trattative si sarebbero condotte solo con la Regione Calabria.
Insomma, il complotto è servito: il Sindaco avverte che “in quell’occasione è accaduto qualcosa che ci è sfuggito“, e si continua parlando di una sottovalutazione di quel “meccanismo perverso messo in moto per appiedare il Sant’Anna e consegnarlo chiavi in mano alla Sacal di Lamezia Terme“. Parole pesanti, che riprendono la linea d’attacco usata proprio da La Prossima Crotone, che più volte si è scagliata contro la Sacal.
C’è un solo problema di fondo: l’articolo fà un focus in un arco di tempo molto piccolo, tanto da far sembrare il complotto della Regione contro la Sagas plausibile, senza però evidenziare i numerosi fallimenti della gestione locale che ci hanno reso inaffidabili agli occhi di tutti gli attori del gioco.
Le amministrazioni locali sono state in grado di gestire l’aeroporto di Crotone? E’ una domanda che dovremmo porci tutti, e alla quale dovremmo dare una risposta obiettiva. L’aeroporto di Crotone non esiste da qualche anno, ma dal 1996. E da allora che opera ad intermittenza con voli stagionali, quando di una compagnia quando di un’altra. Fino ad oggi, è stato gestito da una sola società, la Aeroporto Sant’Anna S.p.A., che è stata dichiarata fallita il 15 Aprile 2015: questa ha accumulato oltre 5 milioni di debiti. Il tribunale rifiutò il concordato proposto, e lo scalo venne sequestrato per bancarotta fraudolenta. Pare infatti che la società gestisse lo scalo in modo volutamente antieconomico.
A seguito del fallimento, venne costituita una nuova società, la Sagas S.p.A.. Questa venne creata appunto per subentrare alla Sant’Anna S.p.A. nel momento in cui ci sarebbe stato il bando ENAC. La Sagas però partì subito con il piede sbagliato: accusata sin da prima della costituzione di essere frutto di spartizioni politiche, venne posta sotto sequestro a fine Luglio per via di alcune intercettazioni che delineavano una possibile malagestione intenzionale. Venne dissequestata poche settimane dopo.
Nel frattempo che si è creata la Sagas S.p.A., il gestore aeroportuale è rimasto l’Aeroporto Sant’Anna S.p.A.. Questo ha richiesto al tribunale una proroga di esercizio temporaneo: la società è sempre fallita, però in alcuni casi può richiedere di continuare ad operare stando a delle condizioni dettate dal tribunale. Il tribunale permise la proroga, a patto che la società iniziasse a pagare parte dei suoi debiti (quasi tutti vanno a creditori, quindi a persone e/o ditte che hanno effettuato dei lavori presso lo scalo). Si mobilitò anche la Regione, che sbloccò le royalties del metano per permettere il pagamento da parte di tutti i Comuni. Abbiamo ricevuto ben tre proroghe, e a partire dalla seconda non sono più arrivati i soldi pattuiti (manca quasi mezzo milione).
Adesso, osserviamo questa situazione dall’esterno: abbiamo una società dichiarata fallita per bancarotta fraudolenta che non sta rispettando gli accordi presi con la curatela fallimentare, una società appena costituita con già un sequestro alle spalle, formata dagli stessi comuni della precedente società, che dovrebbe subentrare nella gestione, e una classe politica spaccata e incapace di fare quadrato sullo scalo. Se pensiamo che gli altri non ci facciano caso a queste cose, ci sbagliamo di grosso. Questo è quello che offriamo in questo momento, e non è il massimo.
Non c’è bisogno di fare il gioco panni, ma poco ci manca. Non è che il tribunale non ci concede la proroga perché é cattivo, é del PD o é amico di Oliverio. Al tribunale si fanno i loro conti, e decidono di conseguenza. L’unica verità qui è che “noi” non siamo stati all’altezza. Non siamo stati in grado. Anche Ryanair, che non è una santa, non ci ha pensato due volte a mettere nero su bianco che la colpa di questa situazione è degli amministratori, dato che le loro azioni “non sono corrette né nei fatti e né nei termini di legge“. Non siamo neanche stati in grado di presentare una domanda per il bando dell’ENAC, e siamo (di fatto) gli unici esclusi dalla gara.
Ora, è facile scaricarsi tutto di dosso e dare la colpa a qualcun’altro. In questo caso, già da tempo si parlava del conflitto d’interesse della Regione Calabria, presente sia in Sagas che in Sacal. Ma questo comportamento è un’infantile presa di posizione. Facciamolo il gioco dei panni, e immaginate di essere la Ryanair o un possibile investitore: a chi vi affidereste? Alle nostre società , che non riescono a garantire neanche l’apertura dello scalo, o alla Sacal, che già gestisce un’aeroporto internazionale senza troppi problemi? Qualcuno può vederci un complotto in questo, ma è in malafede: questo è il mercato, e chi non è in grado cede il passo.
Se volevamo evitare questa situazione, avremmo dovuto rispettare i pagamenti alla curatela fallimentare. Avremmo dovuto operare una politica di dialogo con tutti i sindaci costieri che versano le royalties. Avremmo dovuto presentare una domanda all’ENAC valida e completa. Avremmo dovuto dialogare con Ryanair un po’ da prima. E sopratutto, avremmo dovuto avere un piano di sviluppo e gestione ben delineato. Ma nulla di tutto questo è stato fatto. E tutto quello che si sta facendo ora (parole, proteste, interviste ecc) sono solo sceneggiate per ricostruirsi una verginità.
La domanda quindi è: se il Sindaco sapeva dal 21 Settembre di essere estromesso da tutto (come sostiene l’articolo), per quale motivo avrebbe fatto tutta questa scena? Se Ryanair gli ha detto davvero che “Caro sindaco, da questo momento il nostro referente per l’aeroporto Sant’Anna è la Regione Calabria” come sostiene l’articolo, perché tutte queste parole e mosse disperate da ultimo momento? Se il sindaco sapeva dal 21 Settembre di essere stato tagliato fuori, sarebbe bastato dirlo. Se fosse vero, non ci sarebbe nulla di strano, anormale o anomalo: è una decisione lecita, presa proprio perché fino al 21 Settembre non è stato compiuto nessun progresso, e le istituzioni locali sono state bollate come inaffidabili.
Accusare ora la Regione (a maggior ragione se già si sapeva) conferma solo che non c’è nessun complotto, bensì una palese mala gestione da parte degli enti Crotonesi. La nuova società di gestione dell’aeroporto non è frutto di un complotto, ma la somma di tutti i fallimenti e gli errori compiuti localmente. E sopratutto, non è necessariamente un male. E’ vero, non si può incolpare di tutto solo il Sindaco (come si fece a suo tempo con Peppino Vallone, sempre a riguardo dell’aeroporto), ma indubbiamente è una colpa che ricade anche su di lui e sulla sua amministrazione.
A voler rilanciare, sembrerebbe diffuso (anche a Reggio Calabria) un sentimento avverso alla Sacal. Magari, si teme che una gestione “esterna” possa compromettere le poltrone e le assegnazioni, diminuendo le autonomie locali per favorire quelle “lametine”. Con una gestione esterna infatti sarebbe impossibile assegnare dei posti a personaggi come Fortunato Roberto Salerno, Cesare Spanò e Gianluca Bruno, attuali presidenti di Sagas.
Magari, più che di complotto, si tratta solo di questo.
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