Non c’è pace per Rosanna Barbieri: dopo il botta e risposta in merito alla riconferma di Rocco Gaetani come presidente di AKREA, adesso è una parte del suo stesso partito ad andarle contro. Ben 10 figure “di spicco” della politica locale, infatti, hanno redatto e pubblicato un acido resoconto, dove tornano ad accusare la candidata a sindaco di ogni male possibile immaginabile, uno su tutti la sconfitta elettorale. Cercano, ovviamente, di minimizzare le voci riguardo il tradimento da parte di un gran numero degli esponenti del PD locale, che al turno di ballottaggio avrebbero votato per Ugo Pugliese, in cambio di “chissà quali” accordi.
Il comunicato, in se e per se, è uno scarsissimo tentativo di screditare la candidata, e probabilmente è una lampante rappresentazione (per chi non li conoscesse) di chi lo ha redatto: Mario Galea, Roberto Lumare, Giuseppe Stasi, Pino Calabretta, Giancarlo Sitra, Pino Napoli, Gaetano Grillo, Salvatore Di Lascio, Lino Fazio e Piero Adolfini. Gente che di politica ne parla quotidianamente da decenni, quasi esclusivamente figure marginali ma onnipresenti, che si rendono conto, dopo le ferie estive e numerosi candidati, che la Barbieri “non era un valore aggiunto”.
Il tentativo è quello più classico: cercano di avallare la loro tesi con dei dati reali, che però non spiegano un bel nulla. Parlano addirittura di “flussi elettorali”, questi sconosciuti alle nostre latitudini, nel tentativo di dare valore e autorevolezza a quanto dicono. In realtà si giustificano, e cercano di forzare la mano su un solo concetto: la Barbieri non ha perso perché noi l’abbiamo tradita, ma perché non aveva “appeal”. Un ulteriore salto in basso in quella che è stata la pessima tornata elettorale del 2016.
Oltre a giustificarsi con i numeri, fanno (forse involontariamente) un’altro paio di cose. Anzitutto, dimostrano l’enorme astio che c’è tutt’ora nel centrosinistra nella scelta del candidato, che sia a sindaco o a direttore provinciale. Mancano unità e compattezza quando si tratta di scegliere un nome, e lo abbiamo potuto capire dati i numerosi tentativi nell’individuare il possibile primo cittadino, oltre che dalla farsa delle primarie. In secondo luogo, dimostrano la loro antipatia (personale) verso la Barbieri, tant’è che la definiscono “imposta dai vertici regionali del Pd”, cosa non proprio vera. Che fosse un nome non ampiamente condiviso lo sapevamo (nonostante i comunicati stampa), ma a questo punto si profila l’ipotesi di un movente.
Insomma, anziché stemperare il clima, quei geniacci hanno creato l’effetto opposto: mentre prima i principali sospettati erano proprio l’ex Sindaco con tutti i suoi uomini (tra cui Gaetani), adesso prende forma l’ipotesi più sensata e ovvia della reale sconfitta elettorale, ossia la mancanza di una base forte e coesa (una causa, non l’unica). Il numero di esponenti del PD che rinnegano la candidata infatti va via via aumentando, eppure tutti snobbano la fatidica domanda: l’hai votata o no? E’ anche vero che la Barbieri non ha avuto molta presa sulla popolazione, e che è stata una “candidata di comodo”, ma quando un partito non funziona la colpa non è solo di chi ci mette la faccia.
Facciamo dunque un po’ di chiarezza sulle palesi inesattezze presenti nel comunicato. Escludendo il riassunto di numeri e percentuali, partiamo dal primo assunto errato, ossia:
Dunque al primo turno la candidata a sindaco del centrosinistra perde rispetto alla propria coalizione 2.471 voti pari all’8,15%.
I voti del candidato a sindaco rispetto a quelli della coalizione non sono “persi”. Assolutamente. La spiegazione è semplice: il voto disgiunto. In questo caso, la parola “perde” è inserita apposta (in malafede).
Una differenza di ben 4.042 voti non può essere giustificata facendo ricorso alla tesi della doppiezza, che al più può riguardare i singoli ma giammai assumere una tale proporzione ed ampiezza.
Secondo quale teoria o tesi non si sa. Il ballottaggio infatti è generalmente definito “traditore”, ed è così in tutta Italia da sempre. La perdita di voti non è necessariamente anomala a livello di “flussi elettorali” (così come non è necessariamente vero che al ballottaggio vi sia un’incremento dei voti), e non è raro infatti che al ballottaggio un candidato perda voti: è successo in numerosi comuni quest’anno, con divari simili.
Questi numeri – per chi sa leggere i flussi elettorali e non si adagia sulle teorie di comodo – sono la risposta più eloquente all’addomesticata tesi del “tradimento”, forse utile al solo scopo di tentare di coprire le grossolane improvvisazioni e le gravissime lacune politiche, programmatiche ed organizzative, dovute alla palesata impreparazione rispetto all’ambito ruolo istituzionale, oltre che alla totale assenza di direzione politica durante tutta la campagna elettorale.
Per chi sa davvero leggere i flussi elettorali, questi numeri vogliono solo dire che “qualcuno” non ha votato nuovamente la candidata durante il ballottaggio. Anziché parlare di teorie di comodo, sarebbe stato meglio tirar fuori qualche esempio: magari il fatto che hanno votato meno persone, dato che in molti hanno disertato il ballottaggio. O ancora, che buona parte dell’elettorato “scontento” si sia lecitamente riversato su Pugliese, per scongiurare una nuova amministrazione PD.
Ma allora, come ha fatto la Barbieri a perdere addirittura dei voti? Per quanto ci si giri intorno, la risposta non cambia: non è stata scelta dalla base. Per quanto riguarda l’elettorato cittadino, ha pagato non tanto la sua carenza di appeal, ma la ridicola situazione in cui si è cacciato il PD locale, tra nomine, papabili e rifiuti, oltre che l’astio generico verso il PD che si respira in questi anni. Per quanto riguarda l’elettorato politico, ha pagato tutta una serie di antipatie e situazioni interne che non la riconoscevano come candidata ideale, una mancanza di compattezza e unità palpabile anche in questo comunicato.
Che ci sia stato un accordo per favorire Pugliese non possiamo dirlo, ma i continui attacchi personali e diretti alla sola candidata non fanno ben pensare. Ad oggi, il PD Crotonese non ha ancora tenuto la riunione cittadina per discutere delle elezioni, fregandosene altamente degli elettori e di chi la richiede. Rinvio dopo rinvio, siamo arrivati a metà settembre, e si susseguono solo comunicati sterili e acidi, tra adulti che, si suppone, debbano governare e amministrare la nostra città.
Della serie: tutto in culo al cucuzzaro.
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