Ci risiamo. Ormai si può tranquillamente parlare di circolo vizioso, dato che ogni anno viene fuori una cooperativa sociale onlus che si prende una fetta della torta. Un sistema ben rodato, già uscito allo scoperto, ma che per ora continua ad essere tranquilla normalità.
Quest’anno tocca alla cooperativa “HeraOra”, un nomignolo decisamente simpatico e accattivante, che però cela lo stesso meccanismo. La società sembra fatta apposta: registrata il 19 Giugno del 2015, crea un sito solo il 30 Aprile del 2016, e consegna le sue mappette “i primi di Luglio”, come ci hanno detto alcuni lavoratori del settore turistico. Accedendo al loro sito si può notare quanto sia completo e dettagliato, tipico di chi fornisce dei non meglio specificati “servizi per il turismo e l’ambiente”. Sito che però non è stato fatto a caso: chi lo ha registrato ha ben pensato di non rendere disponibili al pubblico i suoi dati. Una botte di ferro.
La cosa mi da non poco fastidio. Queste mappette rappresentano una spesa non indifferente, fondi sottratti a quello che dovrebbe essere per davvero il settore turistico. Ho parlato più volte di come sembriamo visti da fuori, e quest’anno, in una sola giornata, ne ho avuto la riconferma: turisti Italiani e Stranieri che non sapevano dove andare, rallentati dalla mancanza di punti wi-fi, ma anche dalle difficoltà linguistiche.
E lo volete vedere cosa danno in mano ai turisti?
Ecco il “servizio turistico” offerto. Una mappa sterile, che non offre nessuna indicazione reale per raggiungere i luoghi di interesse della città. Basti notare che i due musei sono segnalati indistintamente, e se possiamo capire quale sia quello del Castello e quello Civico è solo grazie ad un po’ di intuito. C’è comunque una novità: non è una mappa vecchia! In genere venivano usate delle mappe antidiluviane, risalenti anche ad una decina di anni fa. Questa mappa per lo meno è aggiornata, e sapete perchè? Perché molto probabilmente utilizza impropriamente i dati di OpenStreetMap, anche se non ne riporta nessun copyright.
Ne sono abbastanza sicuro, per più motivi. Partendo dalle strade segnalate, che non compaiono attualmente in nessun altro DB accessibile via GIS, con i nomi aggiornati che non sono presenti neppure sulle stesse strade in alcuni casi, o prendendo in esempio i poligoni dei parchi, o delle aree “scrub” al lato destro della mappa. Le linee sono identiche a quelle presenti nel DB di OSM. Il bello è che OSM è un servizio gratuito, e chiunque può usarlo per creare le sue mappe personalizzate, gratuitamente, a patto di segnalare il copyright. In questo caso invece, vediamo una mappa realizzata da una società privata, e dunque a pagamento. Un altro elemento del puzzle.
Finita la chiosa personale su OSM, c’è poi da dire che la mappa è stata fatta veramente molto male. Chi l’ha creata infatti non ha tenuto conto delle way disponibili, e ne ha renderizzate molte allo stesso modo. Un errore grossolano. Alcuni esempi? Guardando il giardinetto del Liceo Classico, possiamo notare che il sentiero pedonale è stato resto come una strada di servizio (accessibile al traffico). Stessa cosa avviene sulla Lega Navale e sulla Passerella, e in tutti i vicoli pedonali del Centro Storico e dei parchi cittadini. Tutto mappato come “strada”. Molte strade private poi, come quelle del molo e del porto, sono state rese come strade accessibili.
Insomma, un macello. Sia dal punto di vista grafico, che da quello toponomastico, che da quello turistico. Una mappa inutile, per i turisti quanto per i cittadini, che ha diversi effetti negativi. E’ un danno d’immagine, dato che non siamo in grado di offrire altro che una mappetta, ma è anche un danno economico, dato che anziché focalizzarci su un vero hub turistico ci perdiamo in cose del genere spacciandole per “servizi turistici”. Un po’ come ItineRari, più che di turismo si parla di guadagnarci qualcosa, e tirare a campare. Una volta l’uno, un po’ a testa, e campa cavallo che l’erba cresce.
Una presa per il culo ai turisti, certo, ma anche per noi, che ci ritroviamo a parlare seduti sul lungomare di tutto il “potenziale inespresso” della nostra terra e della nostra città, leggendo gli stessi temi anche su quotidiani e giornali. Dovremmo aggiungere un problema alla discussione: la reale mancanza d’interesse per questo settore, forse per malafede forse per incapacità, che sfocia sempre nella solita, triste, vista e rivista “mappa” inutile.
Sarebbe anche ora di passare oltre, e prendere esempio da modelli di sviluppo veri, e non dai soliti “trucchetti” che si fanno per tirare a campare. Perché così non andremo mai da nessuna parte.
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