Tuttavia, non solo di Brexit si vive. A circa 2000 km di distanza verso sud, c’è un’altra proposta di “scissione”, avviata nel 2007 e concretizzata in un ennesimo “referendum” il prossimo 26 Giugno: la creazione del Comune di Le Castella.
Il borgo infatti è attualmente una frazione di Isola Capo Rizzuto, uno dei comuni più grandi della Provincia (ben 126,65 km²), che comprende numerose frazioni e villaggi. L’associazione “Le Castella Comune” ritiene che questa vastità d’area sia un problema, e che faccia disperdere numerose risorse. Un comune dedicato per Le Castella invece potrebbe essere un rilancio incredibile per il paese, dato che potrebbe badare a se stesso da solo.
La proposta venne discussa per la prima volta nel 2007, mentre nel 2008 vi fù una prima raccolta firme per leggittimare la proposta. Domenica 26 i residenti di Le Castella potranno votare ad una sorta di referendum, alla domanda: “Volete che sia istituto il nuovo comune con denominazione Le Castella mediante distacco da Isola Capo Rizzuto?“. Come per la Brexit, in caso di vittoria del Si la Provincia non passerebbe ad avere subito 28 comuni. E’ una consultazione interna, che serve solo all’associazione per capire se proseguire con questa richiesta o se accantonarla.
L’istituzione di un nuovo comune avviene tramite un referendum popolare, dove la maggioranza della popolazione deve votare a favore del nuovo ente. Nella prima metà del 2016, sono stati istituiti 29 nuovi comuni, tutti per soppressione e aggregazione. Il numero di comuni è infatti passato da 8045 a 7999. Il caso di Le Castella, dunque, sarebbe l’unico ad andare contro tendenza.
Sin da quando esiste la Provincia di Crotone, non sono mai stati nè soppressi nè istituiti nuovi comuni. Sempre 27. Sarebbe il primo caso, dato che le altre Province Calabresi hanno già affrontato tutte la soppressione di uno o più enti, mentre noi andremmo invece a dividere un comune in due.
Anche qualora che vinca il “Si” a questa consultazione popolare, non è detto che il nuovo comune venga istituito. In tutta Italia infatti è in corso un grande lavoro per cercare di aggregare più comuni sotto un unico ente, per risparmiare e rendere meno macchinosa l’amministrazione. Ad avere l’ultima parola infatti non è la Regione, che può dare comunque parere positivo alla creazione del nuovo ente, ma il Governo in carica, che deve riconoscere o meno la necessità dell’istituzione.
Insomma, se il Referendum del 17 Aprile, le Comunali in tutta Italia e il Brexit non ci bastavano, ora possiamo aggiungerci anche questo, in attesa del Referendum del prossimo Ottobre.
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