Non ha avuto poi così tanto spazio sui giornali la proposta di don Giovanni Barbara, ma se ne sta parlando. In fondo hanno sbagliato mezzo: Santa Chiara è la patrona della televisione e delle telecomunicazioni, quindi con i post sui social e gli articoli sui giornali c’azzecca poco 😛
Torniamo seri. Lui, alla chiesetta di Santa Chiara, ci tiene davvero molto, ed è veramente un bene che persone come lui si interessino alla storia della nostra città, mantenendola viva. In fondo, la chiesa è un altro (l’ennesimo) pezzo di storia poco nota, sopratutto ai più giovani, che potrebbe raccontarci veramente molto sulle usanze religiose di una volta, sul relativo convento annesso ed il suo ordine, ma anche sulla povertà della città e su certi avvenimenti “curiosi” riguardanti suore, preti e vicini di casa.
La chiesa non è messa bene. Non è mai stata una chiesa ricca, e lo si può vedere dalle stesse decorazioni esterne, molto semplici, addirittura dipinte sulla facciata. Eppure, al suo interno sono presenti moltissime chicche, oggetti di un tempo, in disuso da secoli. E questo lo sa bene il signor Barbara, che ha infatti pensato di far partecipare la chiesa al concorso “bellezza@governo.it“. Funziona così: il Governo ha stanziato 150 milioni per i luoghi culturali dimenticati, e dall’8 al 31 Maggio si potrà inviare una mail per indicare dove spendere una parte di quei fondi. Al 26 Maggio, sono state inviate 52.100 mail (pochissime), ed ogni centro si sta attrezzando per partecipare con i propri beni.
E’ una mossa lodevole, sia da parte del governo (anche se i fondi sono pochi se paragonati al numero di “beni culturali dimenticati” dallo stato, ma è bene iniziare) sia da parte del signor Barbara. Lui chiede ai propri concittadini di partecipare per la chiesetta, piccola e dimenticata, per la quale esiste già un progetto di restauro che però necessita di denaro.
Ma… Sono d’accordo con lui quando si parla della storia locale, della preservazione di un bene quale una chiesa storica, e sopratutto sull’apertura di nuovi spazi al pubblico e di programmi sociali. E’ bellissimo. Tuttavia, non sono d’accordo con lui quando è la chiesa a cercare (altri) soldi allo stato. E non è una presa di posizione contro la mia chiesetta di Santa Chiara, nè contro la figura del signor Barbara. Tuttavia, fa rabbia sapere che “la chiesa” non solo non è povera, ma non è neanche fessa.
La città di Crotone è piena di “beni culturali dimenticati”. C’è, ad esempio, l’Ex Convento dei Cappuccini (di proprietà comunale), di cui abbiamo già parlato. C’è il palazzo Zurlo-Berlingeri a Scifo. Ci sono le numerose torri difensive sparse sulla costa. C’è Palazzo Milone nel Centro Storico, oltre a numerosi altri palazzi privati e abbandonati. Ci sono le numerose ex stazioni ferroviarie, come quella di Bucchi, di Gabella Grande, ma anche quella più centrale della Valle di Neto. Più semplicemente, c’è anche il Castello. E tantissime altre cose nelle immediate vicinanze, come il Palazzo di Sant’Antonio a Brasimato, le varie corti agricole, i centri di aggregazione contadina di un tempo. La definizione di “bene culturale” ci farebbe rientrare anche il porticato ed il parco archeologico.
Insomma, c’è tanto. Ma allora perché proprio Santa Chiara? Sicuramente, perché la proposta ci piace, perché la chiesa lo merita indubbiamente, e perché c’è necessità di interventi. Ma sorge spontanea la domanda: perché non è la chiesa a pagare? Perché la Curia o la Diocesi cittadina se ne fottono altamente? E non è una domanda scontata, dato che la Chiesa Cattolica costa ogni anno più di 6 miliardi di Euro, gode di tariffe agevolate (come l’IVA al 10%), non paga tasse eccessive (come l’IMU) ed è esente da ogni forma di controllo o bilancio. E, come se non bastasse, ogni anno intasca “illecitamente” all’incirca 1 miliardo di euro dall’8×1000, per via del suo sistema di ripartizione a tutto favore del clero.
Sia ben chiaro, questo NON è un buon motivo per non mandare la mail. La chiesa è un bene di tutta la cittadinanza, anche per chi, come me, non è religioso. E’ una testimonianza storica, ed è giusto aiutare nel momento del bisogno. Tuttavia, anziché usare ulteriori fondi dello stato, dovrebbe essere la chiesa stessa ad occuparsi del suo patrimonio. Se non lo fà, e solo perché ha capito, prima degli altri, che delegare in certi casi è sempre meglio. Per questo motivo la manutenzione ordinaria e straordinaria di moltissime strutture non è garantita dalla chiesa stessa, ma affidata ai comuni ed ai singoli parroci. Si spendono così ulteriori soldi statali, che andranno poi a gravare su tutti gli altri progetti incompiuti o abbandonati, penalizzandoli.
Un buon modo, questo, per usufruire della carità altrui.
Detto questo, oltre a mandare la mail (sperando che ci sia partecipazione), vi invito anche a votare la Chiesa di Santa Chiara per le selezioni del FAI dei nuovi Luoghi del Cuore. Basta registrarsi per votare, oppure andare in chiesa e chiedere di poter firmare. Attualmente, ci sono 20 voti compreso il mio, ma ne servono almeno 1500 per essere presi in considerazione dal fondo. La vedo dura, ma non impossibile.
Quanti voti invece servano per chiedere alla chiesa di cacciare 1€ non ci è dato sapere.
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