Ad attirare l’attenzione sulla campagna elettorale di Crotone dovrebbero essere molti dettagli. Ad esempio, dovremmo essere concentrati sul fatto che il Partito Democratico non ha saputo giocare bene le sue carte, e si è ridotto all’ultimo per trovare e presentare un candidato a sindaco, creando un caso nazionale. Dovremmo constatare che il Movimento 5 Stelle locale è più che mai frammentato, che già da tempo vanno avanti dispute e scontri interni al limite della decenza, e che probabilmente è destinato ad una brutta caduta. Oltre a ciò, dovremmo aggiungere che l’ala destra continua a non essere rappresentata da nessuno, il movimento Crotone Libera, capitanato da Fabrizio Meo (quello della croce al cancello del cimitero), si sta dimostrando per quello che è, e la Prossima Crotone della Sculco si sta limitando a fare molte, molte belle parole. Insomma, un futuro incerto. Già da adesso si possono intuire le forti difficoltà che verranno, in un ambiente politico piccolo e quanto mai frammentato, dove le polemiche personali vanno ben oltre le appartenenze politiche.
Eppure… i riflettori sono puntati sulla sanità. Anzi, a dire il vero non sulla sanità, ma sul botta e risposta tra Flora Sculco e Arturo Crugliano Pantisano che ha come tema la sanità, più precisamente l’ASP e la sua dirigenza. In parole povere, si accusano a vicenda di aver mangiato per anni su questa poltrona, piazzando soggetti vicini ai rispettivi schieramenti politici. L’ultima stoccata è da parte della Sculco, che parla di una grande presenza di “uomini del PD nelle sale dell’ASP”, a voler dire che l’influenza del partito è ancora molto pesante.
Il bello di tutto ciò, è che hanno ragione entrambi. E’ una cosa simpatica, a ben pensarci. L’ASP, ma non solo, è sempre stato un posto sicuro, da garantire agli amici. Il voto di scambio ed il clientelismo li conoscono bene, sia i Demokratici che il Partito Democratico, e difficilmente qualcuno ne è esente, nel Sud Italia. E’ una realtà ben consolidata.
La sterile polemica viene fuori in un momento infelice, quando la città e la popolazione hanno bisogno di attenzioni particolari. Una sterile polemica strumentale, che si focalizza sulla sanità anziché sui meccanismi della politica. E anziché parlare di programmi e progetti, roba di cui si ha bisogno sul serio, ci si attacca a vicenda. Uno scenario già visto, che fa calare il livello dei partecipanti a questa comica e quanto mai stravagante elezione comunale.
Tutti pronti a lanciare frecciatine, battutine e tagli, quando di modeste dimensioni, quando esagerate e volgari. Tutti contro tutti. Proprio quello che si accusa nel nostro territorio: una royal rumble dove non c’è comunicazione, dove o passo io o passi tu, in barba alla nostra storia di popolo comunitario e collaborativo.
Il preludio di altri 5 anni di inefficenza?
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