La fine dell’amministrazione Vallone si ricorderà oramai anche per un altro motivo: il fallimento di una gran parte delle partecipate e non. Se l’anno è iniziato col botto, con il proclamo di oltre 14 interventi pubblici, c’è da prendere atto che il primo mese si sta concludendo di male in peggio. La Soakro ha ufficialmente dichiarato il fallimento; la Camera di Commercio è destinata all’accorpamento; la New Co, per la gestione dell’aeroporto, non è stata ancora ufficializzata a pochi giorni dalla fine della proroga d’esercizio (e sembra che ci siano solo tre soggetti interessati); l’Akros ha smesso di esistere, ed i dipendenti verranno accorpati nell’Akrea (non tutti, almeno per il momento); i dipendenti di Gestione Servizi sono in stato di agitazione da mesi, e neanche alla Provincia se la passano bene.
Insomma, una situazione non proprio rosea, dato che rischia di sfociare in circa 200 ulteriori disoccupati, oltre alla grave conseguenza di non vedersi più erogati alcuni servizi, primo tra tutti l’acqua. E non stiamo tenendo conto di tutti i servizi annessi che verranno danneggiati da queste perdite.
Sappiamo bene che morto un papa se ne fà un altro. Ma la situazione ha raggiunto un che di paradossale, tanto da aumentare il clima di sconforto generale nella popolazione. Sembra che tutto stia cadendo a pezzi, e non vi sia più un collante capace di tenere tutto unito. Ancora una volta. Ma, d’altro canto, sappiamo anche che questo è un cosiddetto ciclo, come li chiamava qualcuno. Questa situazione passerà, sperando che nessuno ci rimetta il posto di lavoro, e si arriverà ad una nuova stabilità, maledettamente precaria.
Come si può sperare in un miglioramento, con questi presupposti?
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