Da qualche giorno a questa parte si sta parlando molto della potatura di diversi alberi, in particolare dei platani di Fondo Gesù, lungo Via Giuseppe Di Vittorio. La polemica è nata online per via della pesante capitozzatura, applicata praticamente all’altezza del tronco principale. Una soluzione drastica, potenzialmente dannosa, ma che probabilmente in questo caso indica una prossima rimozione della pianta.
Ne è nato un incredibile battibecco, tra “vergogna e indignazione” ma anche tra soggetti più o meno informati. Tralasciando gli aspetti botanici (si, gli alberi si possono potare anche in primavera, ed i platani sono tra quelli che meglio resistono alla capitozzatura) dato che ci vorrebbe un post a parte, forse è bene farsi farsi una domanda: come funziona il verde pubblico a Crotone? Come è gestito? Con quali criteri?
Una domanda nebulosa, che non trova facile risposta. Qualche anno fà la bizzarra gestione del verde pubblico finì sotto i riflettori per via dei suoi alti costi, che hanno toccato punte di 700.000€/800.000€ all’anno. Una cifra spropositata, visto il cronico abbandono di aiuole e aree verdi (anche da parte dei cittadini). Venne poi spiegato, quasi a metterci una toppa, che in quella cifra erano compresi anche “interventi di messa in sicurezza”, come il riassetto dei terreni smottati (specie lungo Via per Capo Colonna), la pulizia dei canaloni e dei canali di scolo, finanche l’acquisto di reti e muretti di contenimento.
Da allora le cose sono un po’ cambiate, nel senso che il budget annuale è stato drasticamente tagliato (150.000€ nel 2015 e nel 2016, 195.000€ previsti per il 2017), e i soldi sono stati destinati solo a determinate aree d’intervento. Tuttavia, la gestione del verde continua ad essere frammentata tra troppe entità, in un sistema non propriamente ottimale.
Partiamo dall’inizio: è dal 2009 che l’Akrea (all’epoca appena nata, prima si chiamava Azienda Speciale Pubblici Servizi) ottiene il contratto per la gestione del verde pubblico da parte del Comune di Crotone, attività che in genere comprende cose più teniche (il censimento degli alberi, delle aree verdi, delle aree incolte ecc.) e cose più pratiche (la pulizia, la manutenzione, la disinfestazione, la potatura ecc.). In parole povere, viene stabilito un contratto con una serie di adempimenti, e poi viene definito il budget a disposizione (“non inferiore a 300.000€ all’anno“). L’Akrea gestirà ininterrottamente il servizio fino al 31/12/2015, e non sappiamo se abbia mai effettuato i servizi tecnici, mentre si è occupata di volta in volta della gestione ordinaria e straordinaria delle piante (quasi esclusivamente potature e rimozione delle erbacce). Quasi sicuramente, è stata sempre l’Akrea a gestire il servizio, in via straordinaria, durante il 2016, e così sembra sarà anche per il 2017.
Oltre all’azienda incaricata, per determinati interventi si pensò di fare ricorso ad altre due entità: i Forestali ed il Consorzio di Bonifica. I primi venivano impiegati negli sboscamenti sommari di vaste zone e nella pulizia di grandi aree incolte, insomma, nei lavori più “di grosso”, mentre i secondi per lavori logistici, come la pulizia delle caditoie, dei canaloni, degli scoli e dei raccoglitori delle acque piovane, ed anche lo sbancamento ed il riassetto del terreno. Parliamo di interventi in tutta l’area del Comune di Crotone, e spesso anche in zone limitrofe. Entrambi gli enti non lavoravano su contratto, bensì ad “affidamento diretto”, potremmo dire a chiamata.
Nel 2013 invece si partì con l’affidamento di diversi spazi verdi ad associazioni e privati cittadini, progetto formalmente avviato nel 2011. In pratica, il Comune dava in gestione piazzette e parchi ai privati, a patto che questi se ne prendessero cura, adempiendo dunque di loro mano alla manutenzione dell’area, in tutto e per tutto. In poco meno di un anno, numerose cooperative, associazioni ed anche attività commerciali e consorzi si “impadronirono” di quasi tutte le aree verdi del centro, e ad oggi le aree non prese in gestione pare siano meno di cinque. Ci fu anche un processo per presunte assegnazioni illecite, e per frode ai danni dello stato.
Nel 2015 è Fabrizio Meo a toglierci un grande dubbio: “sei dipendenti comunali che si fanno meritoriamente carico di gran parte delle potature ad esempio e che ogni anno debbono affittarsi un camion con un braccio telescopico“. Questi sei dipendenti dovrebbero essere le risorse interne all’ente, ed il camion telescopico è lo stesso che avrete visto in azione in questi giorni, e si, non è un mezzo del Comune di Crotone bensì un mezzo noleggiato. Ogni uscita, quindi, ha un costo non indifferente. Da aggiungere, infine, i vari commercianti e vivaisti chiamati a cottimo per altri lavori, come le sradicazioni o la piantumazione di palme alberelli o aiuole.
Confusi? Beh, come darvi torto. Siamo arrivati fino al 2015, ma da li non si sa più niente. Dato che fino ad oggi questa moltitudine di soggetti interessati ha causato una spesa di tutto rispetto, c’è da chiedersi: ma oggi, chi gestisce il servizio di verde pubblico in città? Un vero e proprio mistero, per più motivi. Sebbene l’Akrea ora si occupi di tutt’altro, non è raro vedere i suoi mezzi ed i suoi uomini impegnati a potare aiuole o a rimuovere erbacce, compito che potrebbe rientrare nella mansione di “pulizia dei luoghi pubblici”. L’assessore al Verde Pubblico scelto dalla nuova giunta Pugliese invece è Caterina Caccavari, che tra le altre cose si occupa anche di “quartieri, sicurezza, servizi demografici, toponomastica“.
Quello che si evince è una strana disorganizzazione, in merito al verde pubblico: non c’è un piano operativo, un programma di manutenzione, nulla. Il pericolo di questo comportamento è quello di trovarsi, di volta in volta, a dover affidare i lavori a tizio o caio, pratica di cattivo gusto che potrebbe finire con l’avvantaggiare le solite ditte di amici e benefattori, a scapito ovviamente dei cittadini che pagano più volte per un “servizio” palesemente carente e trascurato. In ogni caso, questo atteggiamento porta quasi sempre ad azioni sbagliate che anziché valorizzare il (poco) verde cittadino finiscono per danneggiarlo.
Nel caso di Fondo Gesù, la situazione è ancora più articolata: non si sa chi ha effettuato i lavori (pare degli operai del Comune); non si sa se l’intervento ricade nel PRU del quartiere, nella riqualificazione della vicina area verde o se è stato organizzato indipendentemente dagli altri progetti; e pare che i platani verranno sostituiti con alberi di taglia più piccola. Una situazione aggravata dalla continua mancanza di trasparenza da parte del Comune, e dalla più totale mancanza di riferimenti al progetto in corso.
Certo, quattro alberi non ci cambiano la vita, e ci sono sicuramente dei problemi molto più importanti da affrontare. Ciò non toglie il brutto gesto mosso ai residenti del quartiere, che non erano stati neppure avvisati. Sgarbo in realtà mosso a tutta la popolazione, quanto meno agli “interessati”. A taglio fatto, non ci resta che aspettare qualche comunicazione da parte del Comune, se mai arriverà, per sapere cosa ne sarà di quel viale.
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