Appena un paio di giorni fa ricordavo che è ancora troppo presto per dare un giudizio sull’amministrazione. Tuttavia, questa vicenda dell’aeroporto sta assumendo dei tratti che abbiamo già visto con la questione dello stadio. In entrambi i casi c’è stata un sottovalutazione del problema, che è stato tralasciato, non affrontato, accantonato fino all’ultimo minuto. E, in entrambi i casi, si è sempre cercato di dare la colpa a qualcun altro. Un modus operandi che non è proprio un granché.
A questo punto, sebbene sia ancora davvero troppo presto per giudicare l’operato dell’amministrazione, è doveroso, per onor del vero, ammettere che le due prime “grandi questioni” sono state gestite in modo fallimentare. Due grandi flop: la stagione di Serie A avviata senza stadio, tra mille problemi progettuali e lavorativi; l’aeroporto abbandonato a se stesso, senza un controllo. E mai una presa di responsabilità. Insomma, tre punti cardine di ogni programma elettorale sono stati palesemente disattesi.
Quattro mesi su sessanta (cioè cinque anni di amministrazione) rappresentano poco meno del 7% del tempo a disposizione. Tuttavia, stadio e aeroporto arrivavano a pesare anche il 50% o più nel programma elettorale. Su una bilancia, saremmo più di la che di qua.
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