Ci siamo. Anzi, ci risiamo. Per l’ennesima volta, l’aeroporto Pitagora sembra prossimo alla chiusura. Prossimo stop il 30 Ottobre: manca appena una settimana per la nuova chiusura della struttura, che durerà almeno fino alla fine di Novembre (e nel caso peggiore fino alla prossima primavera). Tuttavia, oltre alle solite lamentele che sentiamo in giro e leggiamo anche sui giornali, dovremmo fermarci un secondo e farci due conti.
Oltre all’arcinota questione della vecchia società, la Sant’Anna S.p.A., dichiarata fallita e con diversi milioni di debiti, c’è la triste falsa partenza dela nuova società, la Sagas, sequestrata e dissequestrata qualche settimana fa, e recentemente esclusa dal bando di gara ENAC per la gestione dello scalo. Unica esclusa. Il primo sfogo arrivò dal Sindaco. Seguì dunque la presa di posizione della stessa società che annunciò di voler ricorrere al TAR. Una scelta inutile, una causa persa in partenza, ma dove c’è gusto non c’è perdenza.
La sentenza del TAR arriverà Mercoledì 26 Ottobre, ma a quanto pare il ricorso verrà rigettato: il bando è perfettamente legittimo e non c’è un danno irreparabile nei confronti della società. Insomma, la colpa dell’esclusione sembra essere unicamente dalla stessa società. Non c’è nessuna volontà politica, ma solo l’incapacità della Sagas di rispondere a tutti i requisiti del bando. Niente di più niente di meno, solo che il ricorso al TAR andrà pagato, e vista la spesa di diverse migliaia di euro (che chissà chi pagherà, data la situazione economica della società) ci sarebbe da chiedersi se non era meglio una semplice ammissione di colpe.
A questo punto, trovandoci nuovamente punto e a capo, dobbiamo chiederci un paio di cose. Entrambe le società hanno accumulato debiti su debiti, e la situazione economica dell’aeroporto, nonostante i numeri da record, non è affatto rosea. Ryanair ha sicuramente delle colpe nel discorso generale, ma mi viene da dire: non è che la colpa più grande è delle società che hanno amministrato lo scalo? Non è evidente una palese incompetenza nella gestione? Non è palese che non c’è nessun piano concreto per il futuro, ma solo un trascinamento continuo? In fondo, così ha campato lo scalo nell’ultimo ventennio.
A questo punto, una gestione diversa da quella “alla crotonese” potrebbe essere una svolta positiva. Potrebbe addirittura farmi cambiare idea, dato che per me lo scalo Crotonese andrebbe chiuso, e tutti i milioni spesi per mantenerlo aperto si sarebbero potuti spendere per un degno servizio di trasporto per Lamezia. Ma magari la Sacal (la società che gestisce l’aeroporto di Lamezia Terme) riuscirà a fare un miracolo, e non solo porterà qualche nuovo vettore su Crotone, ma anche nuove tratte, e, cosa più importante di tutte, un bilancio positivo.
Il 29 Ottobre partirà l’ultimo volo, per questo autunno. Incrociamo le dita, specialmente per i dipendenti della struttura, che sono sempre quelli a pagare il prezzo più alto, e che dimostrano molto spesso di avere molto più giudizio di chi li amministra.
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