Oggi, Venerdì 30 Settembre 2016, si sta svolgendo in tutta la Calabria una manifestazione a favore della ferrovia Jonica. Questa mattina la protesta si è svolta anche presso la stazione di Crotone, dove ha visto una numerosa partecipazione, con tanto di sindaci. La Stazione Ferroviaria di Crotone, è bene ricordarlo, fà parte dal 2010 della rete Ferrovie Dimenticate, ed è presente una targa all’esterno per ricordare la situazione di precarietà e difficoltà di quella che una volta era la stazione con il più alto numero di binari di tutta la regione.
Non è la prima volta che si svolgono iniziative del genere, anzi. Tuttavia, la manifestazione di oggi ha un risvolto beffardo, non certo per volontà degli organizzatori. Questo perché appena due giorni fa, il 28 Settembre, il gruppo Ferrovie dello Stato ha presentato il nuovo piano industriale 2017-2026, detto “Moving Forward“. Un piano ambizioso, che prevede ben 94 miliardi di investimenti in 10 anni, la ripresa di oltre 2500km di reti ferroviarie, e sopratutto l’ammodernamento di diversi tratti con l’alta velocità. Qui trovate tutte le infografiche.
Nel piano è dedicato anche un intero capitolo al Sud. Il che lascia sperare bene, almeno finché non lo si va a leggere. Perché il piano per il sud, se non lo avete già capito dalla esplicativa immagine a lato, non prevede nessun intervento sulla fascia Jonica Calabrese. Da qui al 2026 non è previsto nulla, se non la manutenzione ordinaria e straordinaria. Per quanto riguarda il Sud infatti, ci si limita a parlare di interventi sulla tratta Napoli – Bari, sul triangolo Palermo – Catania – Messina e sull’arcinota tratta Salerno – Reggio Calabria. In più, è inclusa la direttrice Bologna – Bari – Lecce, che andrà a completare anche la tratta Napoli – Bari – Lecce.
Insomma, gli interventi importanti ci saranno, ma puntualmente ignorano le esigenze di tutta la fascia Jonica. Da Reggio Calabria a Taranto non si farà nulla, e si manterrà il binario unico, non elettrificato e “sdirrupato” che ancora oggi ci costringe ad andare a meno di 80 km/h. E’ vero, sono stati aggiunti i treni “swing” (di cui uno, quello su Reggio, è stato già vandalizzato) e sono state aumentate le tratte, ma lo sforzo è ancora decisamente insufficente. Non ci sono infatti treni a lunga percorrenza, e bisogna effettuare un cambio ad ogni stazione “importante”. Gli orari, decisi dalla regione, sono puntualmente poco consoni agli orari dei pendolari. E per raggiungere la linea Tirrenica, a Lamezia Terme, e immettersi nel tratto più ammodernato, servono almeno 2 ore di treno.
I disagi non si contano, ma evidentemente non contano proprio per il gruppo FS. Il rapporto tra FS e la regione Calabria, và ricordato, non è dei migliori: la regione ha parzialmente estinto il debito nei confronti della società (circa 800.000€ in totale) solo nel 2013, anno in cui sono ripresi dei seppur timidi investimenti. Nonostante ciò, è paradossale vedere che la fascia Jonica non verrà interessata da nessun intervento da qui ai prossimi dieci anni. Un pugno nello stomaco, che purtroppo fa cadere nel vuoto le numerose proteste di questi anni, e dimostra, ancora una volta, il disinteresse da parte dello Stato e di FS.
La fascia Tirrenica, in fondo, non ha bisogno di particolari interventi: è già elettrificata, è a doppio binario, ed è dotata di un buon numero di tratte, anche a lunga percorrenza. Per quale motivo dare ulteriore attenzione ad una linea che ha già raggiunto dei livelli considerabili normali, a discapito invece di una linea che è ancora, a tutti gli effetti, nelle stesse condizioni del dopo guerra? E’ una bella domanda, che purtroppo ha una terribile risposta: la Jonica non rientra in nessun piano strategico nazionale o Europeo. E’ un po’ come la SS106, che non è prioritaria nei progetti del governo, ma è un’arteria “secondaria”. Una spiegazione amara, difficile da mandar giù, ma tant’è.
La fascia jonica, dunque, rimarrà dimenticata per un altro decennio. E se lascia ben sperare lo stanziamento per il nuovo tratto di SS106 da Roseto a Sibari, i tempi sono ancora incredibilmente lunghi per poter anche solo pensare di gioire. Vale quanto detto per il Ponte sullo Stretto, le grandi opere si fanno, e vanno fatte. Tuttavia, non devono essere necessariamente prioritarie: la priorità la dovrebbero avere le opere comuni, quelle opere di ammodernamento di tutta quella parte di Italia periferica, “secondaria”, che ancora oggi non è collegata dignitosamente con il resto del paese. Il principale problema della visione strategica è proprio questo: si finisce col perdere di vista la realtà dei fatti.
La Calabria non sarà più collegata grazie all’ammodernamento della tratta Salerno – Reggio. Anzi, lo sarà solo sulla carta. Con buona pace dei pendolari e di chi protesta per un servizio decente.
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