Il British Museum è uno dei musei più grandi e conosciuti al mondo. Per quanto possa apparire grande, enorme e immenso, non dispone di abbastanza spazio per poter esporre i circa 8 milioni di reperti di cui è in possesso. Reperti che appartengono ad ogni era, età e popolazione del globo, sin da 4.000 anni prima di Cristo, fino ad arrivare ai giorni nostri.
In questo mare di oggetti è possibile trovare di tutto, anche cose che provengono da luoghi o popoli sconosciuti, dimenticati, persi. E proprio per la vastità del contenuto, è bello sapere che nel British Museum sono conservati circa 255 reperti provenienti da Crotone, risalenti a diversi periodi (prima e dopo Cristo).
Principalmente parliamo di monete d’argento (246), tra cui alcune molto belle ed elaborate, e che grossomodo si possono osservare anche presso il Museo Civico cittadino. In secondo luogo, il museo vanta una modesta collezione (6) di dipinti, disegni e raffigurazioni riguardanti la Morte di Milone, a proposito della quale va ricordato che l’unica statua che rappresenta questa leggenda è esposta al Louvre. Infine, troviamo forse i reperti più interessanti: 3 manufatti in bronzo. Tre oggetti di uso quotidiano, due porta specchi ed il manico di un vassoio (l’altro manico è esposto nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli). Questi ultimi sono gli unici ad essere esposti, mentre gli altri (la maggior parte) giacciono negli archivi del museo.
Ma torniamo ai tre oggetti che ci interessano, quelli provenienti da Crotone.
Il primo in ordine di esposizione è un porta specchio in bronzo. Raffigura una donna che porge la mano destra. Questa indossa un bizzarro copricapo: due cigni. Questi fungevano da base e da supporto per lo specchio, probabilmente di forma circolare. L’oggetto risalirebbe al 480 d.C., ed è stato acquisito dal museo nel 1814. Non si sa dove questo sia stato rinvenuto.
Una migliore descrizione e più foto dell’oggetto sono disponibili qui.
Raffigura sempre una donna, che questa volta tiene in mano un frutto considerato sacro: il melograno. A tal proposito, c’è da dire che il melograno (come le piume della coda del pavone) erano considerati oggetti sacri e rituali, ed erano spesso raffigurati nelle effigi religiose. Non si può dire se la donna sia nell’atto di donare o di mangiare il frutto.
Sulle spalle della figura si alzano due piccole chimere, che sorreggono la base ed il supporto per lo specchio, anche in questo caso di probabile forma circolare. L’oggetto risalirebbe al 500 d.C., e venne acquisito dal museo nel 1824. Anche in questo caso, non si sa dove sia stato rinvenuto.
Una migliore descrizione e più foto dell’oggetto sono disponibili qui.
Sul manico sono raffigurati due tritoni, probabilmente nell’atto di salutare, e due gorgoni che sembrano dormire.
Entrambe le copie dei manici sono state rinvenute a Napoli (non si sa con precisione dove), anche se si è certi che siano stati forgiati a Crotone, verosimilmente nel 500 d.C.. Il reperto venne acquisito dal museo nel 1824.
Una migliore descrizione e più foto dell’oggetto sono disponibili qui.
Magari vi trovate di passaggio a Londra, e avete programmato un salto al British Museum. Insomma, magari li volete vedere anche voi, che in foto sono una cosa, ma dal vivo, leggere “Croton” sull’etichetta può essere solo fantastico. Quindi, dove stanno? Semplice: nella Stanza 73 (Greeks in Italy), che si trova al primo piano del museo.
Prossimamente, cercheremo di dare risposta ad una affermazione data sempre per vera, ma della quale pare non esservi conferma: il tesoro di Hera Lacinia è stato esposto al British? Non sembra che ci siano prove di ciò, ma aspettiamo con ansia una risposta dal team del museo.
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