Quante volte vi è capitato di ascoltare due canzoni con un ritmo molto simile? Spesso due tracce quasi identiche, se non per il testo? Sicuramente non si contano. Ma non sempre si può parlare di plagio.
Ascolto parecchia musica popolare calabrese, intesa, come ho già spiegato, come melodie tradizionali, canzoni storiche e così via. Anche in questo caso, ci sono innumerevoli sfumature, dalle canzoni neomelodiche a quelle storiche, quelle malavitose, e le più conosciute tarantelle. Ma ci sono tanti altri tipi di musica “popolare”, e negli ultimi anni ha spopolato un genere particolarmente apprezzato, ossia il tarantareggae.
Non saprei dire con esattezza chi sono i pionieri di questo genere, ma un gruppo che rientra sicuramente in questa descrizione sono gli Invece, che dalla fine degli anni ’90 sino a qualche anno fa hanno prodotto delle canzoni e dei dischi apprezzabilissimi. Purtroppo, oggi, non sembrano essere più in attività.
Una canzone abbastanza conosciuta di questo gruppo è “Balla Urzu“, descritta come la tarantella del nord dell’emisfero, e dedicata a tutti i Calabresi che sono emigrati nel nord del mondo (dove il freddo è talmente intenso che anche gli orsi ballano per riscaldarsi), alla ricerca di un lavoro. Pubblicata nel 2006, da quello stesso anno è entrata a far parte di numerosi cd in famiglia, onnipresente in tutte le auto e compagna di molti viaggi.
Tuttavia, da qualche anno, facendola ascoltare ai miei amici, questi mi ripetono che la base della canzone è praticamente la stessa del pezzo “Scetate Vajò“, di Mannarino. Spesso, arrivano a dire che è stata copiata la base di quest’ultima canzone. Ma non è così. Per due motivi.
Innanzitutto, l’album contenente Scetate Vajò, Bar della Rabbia, è stato pubblicato nel 2009, mentre l’album contenente Balla Urzu, Evviva cu balla, è stato pubblicato nel 2006. A voler essere cattivi, potremmo affermare che questo Mannarino sia il plagiatore. Ma neanche più di tanto.
Il ritmo proposto dalle due canzoni, appartiene, per l’appunto, alla musica popolare. Il ritmo della tarantella è conosciuto in tutta la regione, e anche nelle zone limitrofe. Volendo dare un’attribuzione, potremmo menzionare la gente di Calabria, sopratutto del Reggino. Come musica popolare, non appartiene a nessuno, ma è di tutti.
Certo, sarebbe bello vedere menzionati gli Invece ogni tanto, ma potrebbe anche essere che questo cantautore sia arrivato alla melodia senza mai passare dal gruppo calabrese, ma ascoltandola in qualche festa di paese, o per chissà quali altri modi. Così come potrebbe aver ascoltato la canzone e deciso di plagiarla volontariamente.
Una curiosità: grossomodo, “scetate vajò” è napoletano, e vorrà dire “svegliatevi ragazzi“. I ritmi delle tarantelle Napoletane non sono molto simili a quelle Calabresi, ma tutto può essere.
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