Ogni tanto, per caso, ascolti quelle antiche storie, tramandate a voce, che senti di rado proprio perché sono solo gli anziani a parlarne. E sono solo i più arzilli a ricordarsi dei dettagli altrimenti persi nella storia e nel tempo. Altre volte ci si mettono anche dei libri, dei documenti. L’unione di tutte queste cose, per una persona come me, sono uno stimolo irrefrenabile.
Oggi parliamo di un laghetto tutt’ora esistente, più precisamente di una sorgente d’acqua potabile, documentata in questo luogo da sempre, sebbene con nomi diversi. Purtroppo, come nostra malsana aitudine, tendiamo a fottercene di ciò che ci circonda, e a dimenticare poco per volta la notra memoria.
Qual’è l’aspetto più divertente? Che non dobbiamo farci nemmeno dieci minuti di macchina/autobus per arrivarci. Questa sorgente si trova a Capo Colonna.
Volendo utilizzare un gergo più moderno, potremmo dire che questa sorgente si trova a pochi passi dal rettilineo che tutti conosciamo, poco prima di entrare nel parco archeologico. Anzi, per essere ancora più precisi, si trova subito dopo quell’installazione artistica composta di due muri, una finestra ed una panchina. Volendo invece utilizzare una descrizione storica del nome in cui si trova, iniziano a sorgere numerosi problemi.
Ci troviamo a Scifo, in località Cicala (la costa Nord che si affaccia verso Crotone). Siamo nei pressi dell’insenatura del Mariello, altro nome che nasconde non pochi misteri. Proprio qui vicino infatti, doveva sorgere la Torre Mariella (o Mariedda), simile alla Torre di Nao. Di questa torre non sembra esserci alcuna traccia, se non i resti della base di una torre medievale (chiamata Torrazzo) a pochi metri di distanza.
In questa zona, ben visibile e percorribile dalla Strada Statale 50 (Via Hera Lacinia), esiste una depressione nel terreno, da tempi remoti. Sfugge agli occhi di tutti i passanti, e passa inosservata come quell’infinita distesa di arbusti sull’argilla, tanto improduttivi quanto identici ovunque, con la quale si mimetizza quasi perfettamente. Passando da li però, salta subito all’occhio il colorito più vivo e più verde. Si vedono piante tipiche dei luoghi ricchi d’acqua, canneti, ed in più c’è un sentiero che ci conduce dritti alla grande scoperta: quella zona che nei dintorni sembra morta, nasconde una sorgente!
Questo luogo non ha un nome preciso. Non ha un nome storico. Inizialmente venne chiamata Fossa del Lupo, e non mi è ancora ben chiaro il motivo. Probabilmente, essendo luogo di pascolo del bestiame, si verificarono degli attacchi all’insaputa dei mandriani.
Successivamente, i vari nomi cambiarono di periodo in periodo. Si parla di Pozzo di Scifo o Fontana del Mariello (o anche Tomba dei Colerosi), ma tutt’oggi questo luogo è tutt’altro che ricordato. Anzi, non ha nemmeno un nome, nonostante le opzioni tra cui scegliere! Ne tantomeno esiste una targa o un cartello per segnalarne la presenza.
Il posto è modesto, facilmente raggiungibile, ma suggestivo. Non sembra di essere a Crotone. L’acqua, profonda quasi 1.80 metri, non sembra delle più potabili, dato il colore scuro (tra il nero ed il marrone melma) e la grande quantità d’insetti che la popolano. Ho avuto modo di vedere anche un topo, e diversi “esserini” che sono saltati fuori dall’acqua. Non so se si trattasse di pesci o altro. Il fondo è melmoso, potrei dire viscido.
Poco sopra, è stata costruito un rifugio in legno per osservare gli uccelli, che non pensavo essere così numerosi in questo posto. La casetta, interamente in legno, non era purtroppo accessibile.
Questa piccola grande scoperta mi ha fatto sicuramente venire in mente un’altra leggenda legata alla nostra città, ossia quella dei diversi laghi (c’è chi dice 7 e chi dice 11) presenti tra località Salica e Maiorano. Si possono vedere infatti diversi letti di laghetti su dei terrazzamenti nei calanchi. Sarà il tempo, e le altre ricerche che sto conducendo, a svelare di più.
Se avete un’ora di tempo libero, vi consiglierei di visitare questo piccolo pezzo di paradiso. Ripeto che non si tratta di qualcosa di incredibile, anzi, è un luogo molto modesto e semplice. E va apprezzato proprio per questo! Credo che l’aspetto migliore della cosa stia nel fatto di riprendere memoria di un qualcosa oramai perduto, motivo per il quale mi piace scoprire queste piccole grandi cose 🙂
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