Ricordo, all’insediamento della premier Meloni, un simpatico battibecco che tenne banco per giorni su giornali e telegiornali: la presunta ingerenza straniera da parte di Laurence Boone, ministro francese degli affari europei che disse sostanzialmente di voler tenere d’occhio il futuro comportamento dell’Italia riguardo allo stato di diritto. Successe un putiferio, con continui attacchi da parte di buona parte del centrodestra (non tutto) che per anni c’ha tartassato con questa storia delle ingerenze estere.
Ed è altrettanto simpatico notare come lo stesso centro-destra si sia arrampicato sugli specchi quando ha dovuto difendere Musk, che in un tweet ha attaccato il sistema giudiziario italiano. Li nessuno si è indignato, perchè – come comandato di dire – si tratta di un semplice cittadino straniero. Pensa un po’ te…
Ma non è questo l’argomento del pensiero di oggi. Perchè oggi mi chiedo come dovremmo prendere le parole di Trump, che ieri sera ha sostanzialmente affermato di non poter escludere l’uso della forza per occupare il canale di Panama e la Groenlandia. Nell’ultimo caso parliamo di un territorio europeo, sul quale il neo-presidente ha affermato di poter applicare una sorta di “coercizione economica” o persino “militare” in quanto lo considera necessario per la sicurezza economica degli Stati Uniti.
Che è un po’ la stessa cosa che sta facendo la Cina con Taiwan e la Russia con l’Ucraina (e tanti altri stati cuscinetto), solo che questa proposta arriva niente poco di meno dagli americani, gli stessi che ci stanno dicendo di prepararci a numerosi dazi e a dover sborsare addirittura fino al 5% del pil per il mantenimento della Nato. E… nessuno apre bocca.
Se da una parte il governo della Danimarca (da cui dipende la Groenlandia) sta ribadendo la ferma contrarietà ad ogni vendita dell’isola, almeno per ora, le istituzioni europee non hanno aperto bocca verso quello che sembrerebbe un vero e proprio intento di annessione da parte degli americani. Nessuno ha detto semplicemente che no, non c’è questione, non c’è storia. Niente. Un silenzio inquietante, che potrebbe lasciare aperti molti spiragli per il futuro.
La domanda di fondo a questo punto è: a che serve tutto ‘sto fardello dell’Unione Europea, se di fatto è succube alle scelte, alle logiche ed alle decisioni d’oltre oceano? Per quanto altro tempo ancora potremo trincerarci dietro alla favola (si, favola) della “alleanza” atlantica, del bene contro il male? Non è alleanza, se devi per forza accettare ogni decisione che viene tanto da Trump quanto da Biden.
Detto questo, sarebbe opportuno che si chiedesse agli abitanti della Groenlandia quello che vogliono…
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