Questo è il periodo del turismo montano, e stupirsi del contrario sarebbe da sciocchi. D’estate è preso d’assalto il mare, d’inverno sono prese d’assalto le montagne. E così, le località più gettonate finiscono per contenere una assurda bolgia di persone, tutte nervose e scazzate per il fatto di trovarsi imbottigliate, in perenne attesa, al contrario di ciò che verosimilmente si aspettavano (ossia una giornata di relax).
Ieri ho trascorso una giornata a Camigliatello, nota e rinomata località turistica della nostra Sila, ed ho rivissuto il dramma di chi vive sul lungomare anche d’estate. Al netto dell’ambiente circostante impagabile, il paese – e le vicine piste da sci – sono un caos incontrollato, sovraffollato e sostanzialmente senza alcuna regola nè rispetto. Caos che inizia già dalla Statale 107, intasata dai tanti che cercano di accaparrarsi un ritaglio di spazio in paese.
E se al paese è difficile avvicinarsi (e quasi impossibile trovare tavoli liberi per mangiare: bisogna prenotare almeno una settimana prima) lo è ancor di più alle piste da sci. Non solo un parcheggio piccolo ed inadeguato, ma anche incontrollato, con pochi posti che vengono presi d’assalto dai turisti-cafoni che, sostanzialmente, se ne fottono. E via così di parcheggi in doppia e tripla fila, e chi si trova chiuso nel mezzo (magari parcheggiato bene) non può più uscire finchè qualcun altro non ha finito i suoi porci comodi.
I “vigili” ci sono, ma manco a dirlo… agitano solo la paletta. Le auto si fermano come, dove e quanto vogliono, al punto che sia la strada d’ingresso a Moccone sia la via di collegamento con il paese è costeggiata di mezzi parcheggiati alla meno peggio. Parliamo di strade strette, a doppia corsia ma senza alcuna segnaletica orizzontale, alle quali bisogna aggiungere anche il passeggio a piedi dei tanti che non trovano posto e vogliono raggiungere le piste da sci, ma anche gli escursionisti a cavallo, quelli in quad, quelli con i bastoni e le ciaspole…
E se servisse un’ambulanza? E se dovesse passare un mezzo d’emergenza? Non importa a nessuno. Nè ai vigili (che fanno il loro lavoro al freddo e vogliono andarsene a casa), nè agli amministratori (che si ingrassano le mani senza far nulla) nè ai turisti (che arrivano già scazzati). Tutti si affollano a farsi prendere per il culo agli stand con le “salsicce fatte in casa” e quintali e quintali di carne a basso costo spacciata come “locale”. Addirittura c’è chi dice di aver preparato “appena l’altro ieri” la ‘nduja…
Povera Sila.
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