Ieri sera è giunto un altro atteso parere negativo sul trattenimento di migranti nei centri realizzati in Albania. Il Tribunale di Roma infatti non ha convalidato il trattenimento dei 7 uomini trasportati dalla Marina Militare in Albania, ancora meno rispetto al precedente viaggio per appena 16 persone. Di male in peggio, dunque, con l’aggravante che questi sette poveri disgraziati facevano parte di un gruppo molto più ampio di migranti sbarcati nelle isole siciliane. Paliamo di centinaia di persone, per le quali ci si è presi la briga di trasportarne solo sette. Fate voi.
Mettendo da parte la matematica, verrebbe da chiedersi: ma perchè non si attende la pronuncia del tribunale, prima di fare il trasferimento? Sarebbe persino più logico, dato che si risparmierebbe tempo, denaro ed una non trascurabile dose di nervosismo per tutti i protagonisti coinvolti. Ed invece no, forse la speranza è che la giurisdizione cambi da un trasferimento all’altro. Ma non è così. E come detto già nello scorso post, la politica lo sa bene: è tutto un teatrino sulla pelle di pochi stronzi che ci sono capitati quasi per caso.
A questo punto i giudici del Tribunale di Roma hanno chiesto un parere della Corte Europea, che verosimilmente confermerà l’operato dei giudici. Anche perchè, come fatto notare da più parti, diversi Ministeri italiani hanno pareri discordanti sui cosiddetti “paesi sicuri”: farà storia il caso dell’Egitto, definito sicuro dal Governo Meloni e non sicuro dalla Farnesina. E dunque, a chi credere?
L’unica cosa a cui credere, in questa assurda vicenda, è che si tratti di mera propaganda politica. Un tentativo della destra nazionale (a cui guarda con attenzione la destra europea) di sperimentare vie nuove, sulla scia di quella tremenda parola usata negli states – deportazione – per annunciare cosa accadrà ai migranti. Un tentativo di difendere i propri confini comprandosi quelli degli altri. Un rigurgito di colonialismo, travestito da investimento economico e finanziario.
A quanti altri stop dovremo assistere, prima che si pronunci la Corte Europea? Quanto altro denaro pubblico sarà buttato in questa misera operazione spot del Governo e della destra? Per ora non possiamo far altro che assistere – divertiti ma preoccupati – alle esternazioni di certi esponenti politici, che parlano di “giudici comunisti”, e proseguono una campagna, iniziata anni fa, contro la magistratura. Una campagna alla quale ci ha abituato (o anestetizzato?) Silvio Berlusconi, nel tentativo di sottomettere il giudizio alla politica.
Una battaglia pericolosa, che oggi è pericolosamente tornata di moda.
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