Ieri sera il consiglio comunale aperto sulla bonifica dell’ex sito industriale di Crotone sembrava non voler finire più. È durato quasi sei ore e mezzo, alla quale si deve sommare una abbondante mezz’ora di attesa prima che iniziasse il dibattito e tutte le chiacchiere sopraggiunte in tarda serata.

È uno scenario deprimente, quello emerso nella lunga maratona di parole ed aria fritta spiattellata come “battaglia” a nostra difesa. Perchè di fatto, in tutto quell’enorme lasso di tempo, non si è fatto altro che ripetere le solite cose, trite e ritrite, stranote, senza apportare nulla di nuovo ad un dibattito che è, di fatto, fossilizzato.

Basta guardare ai numeri per fugare ogni dubbio: sei ore e mezzo per permettere il dibattito, oltre ai consiglieri comunali, ad 8 ospiti invitati dal Comune di Crotone e 13 cittadini che si sono iscritti a parlare. Va da sé che ognuno ha impiegato quel tempo a sua disposizione per ribadire le proprie convinzioni e la propria posizione sulla questione.

Si è verificato, dunque, proprio quello che il sindaco non voleva, come affermato da lui stesso in apertura dei lavori: una cagiara, uno scadimento politico del dibattito, fatto di colpe ed accuse incrociate, in cui ognuno pensa di avere ragione. Anche in questo caso, si è ripetuto un copione che andiamo ascoltando da mesi.

L’unico punto all’ordine del giorno, proposto dalla stessa maggioranza che sostiene il primo cittadino, è stato bocciato. Ma l’amministrazione comunale non ne risentirà: alla fine sono tutti contro l’Eni, ma lo sono in modo diverso. E di fatto, il Comune di Crotone ha ratificato (prima dell’inizio del consiglio) il ricorso al Tar assieme alla Provincia ed alla Regione. Insomma, era tutto già scritto.

A cosa è servito, quindi, questo consiglio comunale “aperto” ma senza alcuna partecipazione da parte della popolazione? Ad una cosa, forse è servito: far capire ai politici che le loro parole hanno stufato. Nessuno se li fila, concretamente. L’Eni a Crotone ha comprato tutti – vox populi – e stiamo per inaugurare un teatro… con i fondi Eni.

Il fronte comune di scontro è impensabile, ieri come oggi. Vincerà la moral suasion del cane a sei zampe, e sapete che c’è? In fondo siamo tutti contenti così.

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