C’è un doppio problema nelle dichiarazioni rese dal ministro Musumeci dopo i nuovi allagamenti in Emilia-Romagna. E sono due problemi di natura squisitamente politica.

Un Ministro, pur espressione di un partito o di un’area politica, deve essere super-partes. Cercare lo scontro politico – nel tentativo di delegittimare un’intera giunta – non è suo compito, ma di tutti gli altri politici del suo stesso partito: quando un Ministro si presta alle recriminazioni (a poche ore da una calamità naturale) viene meno al suo ruolo.

Ma a parte il cattivo gusto delle esternazioni del Ministro per la Protezione Civile, c’è un problema diverso e ben più grave: perchè di fatto il Ministro sta scaricando una sua responsabilità (quella riguardante la protezione civile, appunto) sulla Regione, accusandola genericamente di “non aver fatto”.

Ora, capite bene che la verità starà nel mezzo: perchè i Ministeri stanziano senza erogare, e le Regioni incassano senza spendere. Difficile credere che Musumeci abbia dato mezzo miliardo con un solo bonifico, ed altrettanto difficile credere che in solo un anno Bonaccini fosse in grado di progettare tutte le opere del caso. Non è politica, ma nota burocrazia all’italiana.

A questo punto, però, è chiaro quello che vado dicendo da tempo: queste affermazioni sono il preludio dell’atteggiamento che potrebbe avere lo Stato, nei confronti delle Regioni, in caso di attuazione dell’autonomia differenziata. Uno Stato che anzichè aiutare ed essere presente, ti punta il dito contro, ti recrimina, ti accusa mentre ancora si fa la conta dei danni.

In questo modo le situazioni emergenziali tanto le carenze croniche diventano campo di scontro politico, anche quando sono figlie di eventi naturali calamitosi e disastrosi come quelli degli ultimi giorni. Lo Stato, il Governo, si tira fuori. Fa un passo indietro. Sono cazzi vostri, ancor più di quanto già non lo siano.

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