Ancora un volta bisogna annotare un brutto episodio di morbosità della stampa locale, che a fasi alterne si schiera a spada tratta per la deontologia professionale per poi rincorrere le foto di un uomo morto a bordo spiaggia. Succede, purtroppo, in queste ore, senza alcuna distinzione tra testate.
La notizia è questa: un uomo che faceva il bagno a mare muore davanti agli occhi di tanti altri bagnanti. Dopo una corsa in acqua, apparentemente per sfuggire ad una o più vespe, si accascia e non si alza più. Iniziano a girare, come al solito, foto e video dell’evento, fino ad arrivare nelle chat di qualche giornale locale.
Giornali locali che iniziano a parlare indiscriminatamente di un “turista” morto per la puntura di una vespa a bordo spiaggia. Notizia ghiotta, subito ripresa a destra e a manca senza aspettare alcuna conferma da parte delle forze dell’ordine, che chiedono solo di temporeggiare in attesa dell’autopsia.
Ma poco importa, la notizia si diffonde a macchia d’olio e sui social inizia la rincorsa delle accuse (al Comune, ai soccorritori, e così via), senza contare il tòtonomi dello sfortunato turista (sulla cui età sono state riportate varie date) sulla cui unica certezza era la nazionalità ucraina.
Ma… a distanza di poche ore dal fattaccio, i Carabinieri puntualizzano che sul corpo del malcapitato non c’era neppure una puntura di insetto. Niente di niente. Era dunque da escludere la puntura di un insetto o uno shock anafilattico. Più plausibile un malore per lo spavento di essere punto, o per la semplice paura del trovarsi di fronte ad uno sciame di insetti ronzanti e potenzialmente pericolosi.
In meno di una notte, siamo passati dal riportare una morte per puntura di insetto ad una morte per malore. Un evento in ogni caso tragico, che ricorda molto un caso di qualche anno fa, quando furono proprio i giornalisti a criticare la morbosità dei social network in un caso analogo. Oggi i ruoli si sono invertiti, come abbiamo già visto, e sono i giornali ad essersi piegati alle dinamiche da social.
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