Lo scempio dell’autonomia differenziata è legge. Esultano gli amministratori del nord Italia, che in preda alle convulsioni già annunciano di voler “correre spediti” verso la richiesta delle nuove autonomie previste dal testo. Un egoismo malcelato, quello delle regioni del nord, che ha sempre contraddistinto l’operato tanto della destra che della sinistra, pur trovando massima ambizione nella Lega (fù Nord).
E di fatti sono i leghisti a sventolare le bandiere delle rispettive regioni o territori, dai banchi della maggioranza, mentre l’opposizione sventola il tricolore e canta l’inno. Le parti sono momentaneamente invertite. Un mondo alla rovescia, dove spicca in tutta la sua contraddizione una bandiera: quella della Regione Calabria, sventolata dalla leghista Loizzo. È l’unica bandiera di una regione del sud.
Queste immagini le giudicherà la storia, mentre a noi non resta che l’amaro in bocca per l’ennesima sceneggiata classista ed ultraliberale a scapito, ovviamente, del meridione. Senza addentrarmi nei dettagli, annoto solo le dichiarazioni del governatore Occhiuto, che non ha mai rinnegato l’autonomia differenziata se non a cose fatte.
Questa mattina infatti ha apertamente parlato di “errore” e riproposto la frottola del “testo migliorato” che in realtà non esiste, perchè è stato votata ed approvata una versione del testo scritta prima di tali modifiche. Da qui lo scontento del governatore, malcelato ma non ammesso, così come da copione ha fatto anche il governatore lucano Bardi, anche lui in quota Forza Italia.
La riflessione da fare è questa: Occhiuto non è scemo. Evidentemente sperava di far pesare maggiormente i voti di Forza Italia presi in Calabria, ma ha scoperto di contare quanto il due di picche quando si parla di riforme nazionali. Perché questa riforma sancisce, de facto, uno spietato “ognuno per se”. Anche all’interno dei partiti.
Se nel centro-nord prevale una posizione autonomista di Forza Italia, poco importa degli stessi “colleghi di partito” del centro-sud. Qui sta l’inganno dell’autonomia: viene proposta come opportunità, che chi vuole può cogliere. Ma cosa succede a chi non la può sfruttare? A chi non è in grado di farlo? Di fatto subisce il volere (ed il peso) delle realtà autonome.
Ed un governatore di una Regione del sud come la Calabria, che ha un prodotto interno lordo di circa 32 miliardi di euro (ossia l’1,82% a livello nazionale), non potrà mai avere lo stesso peso di un governatore di una qualsiasi altra Regione, nè a livello economico nè a livello politico. La speranza dunque sono i fantomatici Lep, che lo Stato si impegna a garantire in futuro… pur non garantendoli neppure oggi.
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