Oggi tutti hanno applaudito alla visita di Sergio Mattarella, che si è recato in Calabria per visitare due importanti industrie agroalimentari del cosentino. Una visita in occasione della festa dei lavoratori acclamata dai sindacati e dalla politica tutta, che ha permesso al presidente di lanciare qualche monito.
Mattarella infatti ha ripreso espressioni storiche, come “lo sviluppo della Repubblica ha bisogno del rilancio del Mezzogiorno“, ma ha anche detto apertamente che “una separazione delle strade tra territori del Nord e territori del Meridione recherebbe gravi danni agli uni e agli altri“. Ed anche qui, scroscio di applausi.
Eppure, tra chi ha applaudito – penso al governatore Occhiuto – c’è anche chi si sta battendo per l’autonomia differenziata, non espressamente nominata da Mattarella ma chiaro riferimento del suo monito. Sebbene in Calabria il centro-destra sia diviso sulla riforma, proprio il governatore continua a sostenere l’iter legislativo parlando di “notevoli passi in avanti” nel testo.
L’autonomia differenziata, in modo del tutto arbitrario, prosegue la sua corsa tra Camera e Senato per divenire legge. Ed il capo dello Stato ha già detto che lui fa il suo, ciè promulga i testi approvati dalle camere. Anche se quei testi non gli piacciono. E sono dunque doppiamente importanti le sue parole, le sue avvertenze, perché é evidente che più di questo non possa fare.
Il fatto poi che sia venuto a dire queste cose proprio in Calabria, e proprio di fronte a quella parte politica che sostiene la proposta, dovrebbe poi farci ulteriormente riflettere. Eppure, le sue parole non trovano particolare spazio sulla stampa regionale. Giusto un trafiletto, seguito dai comunicati di politici e politicanti smaniosi di dire la loro.
Domani è un altro giorno, che ci avvicina sempre di più allo “spacca-Italia”, in via di approvazione finanche prima delle elezioni europee. A memoria che la politica sa essere brutalmente veloce quando vuole, disposta a non ascoltare pareri neppure dal capo dello Stato.
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