Questa mattina, in occasione dell’anniversario del naufragio, sono stato a Cutro a seguire l’evento meno in voga e più avversato di tutti: quello istituzionale, al quale ha preso parte la Regione Calabria, la Provincia di Crotone, la Prefettura e più in generale vari esponenti politici (di destra).
In questi giorni le polemiche non sono mancate, ed anzi sono state persino aizzate dalla sgradevole comparsata del Ministro dell’Interno alla quale poi è seguita la totale assenza di cariche istituzionali sovrarregionali. Di fatto oggi si sono svolte due distinte manifestazioni: una a Crotone (con i familiari delle vittime e la rete di associazioni) ed una Cutro (prettamente politico/istituzionale).
Qui a Cutro, però, erano presenti anche i soccorritori. Quelli che, effettivamente per primi, quella notte si fiondarono in spiaggia per recuperare i sopravvissuti ed i corpi. Ed è evidente come vi sia la solita contrapposizione tra chi era sul posto e chi oggi protesta.
In particolare, tra i tanti commenti che lasciano il tempo che trovano, uno mi ha colpito. Me lo ha confidato un soccorritore che, dopo essere stato sul posto, è andato in ospedale per fare l’interprete ai sopravvissuti. Per capire chi erano, da dove venivano, chi avevano perso.
Quelli che protestano non erano con noi sulla spiaggia. Oggi tutti parlano, ma li non c’erano. Così è facile. Ma dovete capire una cosa. Una cosa sola c’e da capire. Che noi siamo il contenitore. Non è vero che oggi non serve a niente. Puoi avere anche l’acqua più buona del mondo, ma senza un contenitore questa va persa. E noi siamo stati il contenitore per quelle persone
La conversazione è stata poi interrotta da una chiamata, ma il senso era abbastanza chiaro. Questa “rottura” tra chi ha soccorso e chi sta seguendo la vicenda è evidente (e lo era sin dalle prime ore successive al naufragio, quando parlai dei tanti avvoltoi che vi aleggiavano) e paradossalmente sta andando ad ingrandirsi.
Certo è che nessuno può negare come l’inaugurazione di un’opera darte, in tali circostanze, sia una macchietta. Ma tant’è. Adesso la piazza di Cutro si è “impreziosita” con una teca contenente i resti di quel naufragio: pezzi di legno del barcone e parti di abbigliamento. Uno show macabro che spettacolarizza una tragedia.
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