Con oggi si conclude la mia esperienza come rilevatore Istat nell’ambito del censimento permanente della popolazione. Il periodo di attività, concentrato da metà novembre a fine dicembre, è stato piuttosto breve ma tutto sommato sufficiente per fare un giro completo dei nominativi assegnati.
Discorso diverso, invece, per i risultati: al termine delle attività ho concluso poco meno di una decine di interviste, quasi tutte per telefono. E qui vale la pena aprire una parentesi sul perché siano così poche.
La gente è diffidente. Andare a citofonare a casa di famiglie anziane, spesso dove risiedono solo marito e moglie o una sola persona accudita da una badante, non porta a nulla. Spesso è difficile anche farsi aprire da gente adulta o giovane, ma gli anziani su tutti sono diffidenti. E fanno bene.
Tra truffe, raggiri, furti, e tanto timore per gli sconosciuti, anche il qualificarsi come rilevatore – con tanto di tesserino e documento di riconoscimento – non serve a nulla. Nella migliore delle ipotesi ti chiudono il citofono in faccia, nella peggiore ti prendi qualche maleparola.
Poco importa della lettera ricevuta dall’Istat, e poco importa dell’obbligatorietà del questionario. Più di qualcuno ammette candidamente di “fregarsene” perché tanto la multa non gliela fanno. Altri ti richiamano con toni aggressivi, intimandoti di non passare più da casa loro e di lasciarli in pace. Qualcuno “minaccia” di chiamare la Polizia.
In tutto ciò, il Comune è il grande assente assieme all’Istat. Loro si preoccupano di mandare le mail di sollecito ai rilevatori, senza però fare comunicazione istituzionale e senza neppure chiamare gli interessati. Basti pensare che il Comune di Crotone ha fatto un solo post su facebook pensando fosse sufficiente: difficile far capire che i nati negli anni ’30 e ’40 difficilmente possano vederlo.
E dunque, per circa un mese ho girato quasi a vuoto, prendendomi maleparole, insulti, telefonate e messaggi poco invitanti, e – per concludere – anche un sollecito dell’ente. Per cui, visto anche il trattamento economico forfettario (che il Comune di Crotone ribassa del 15%), la conclusione non può essere che una: mai più!
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