Della mia recente visita a Salerno ricorderò diverse cose. Una su tutte, però, mi ha colpito: e riguarda una piccola ed angusta “libreria” nelle adiacenze del Duomo, precisamente nel vicolo Cassavecchia. Pare si chiami i vicerè libri e sud, ma sul posto non presenta alcuna insegna.
Diciamo che non è proprio facile da notare, anche se espone alcuni volumi proprio a ridosso della strada. Finisci per buttarci un occhio, ed intravedi subito una poltrona dalla quale spuntano due gambe: sono quelle del titolare, un signore alla mano che gestisce tutto quel casino infernale che vedete in foto.
Se avete idea di cosa cercate, vi aiuterà a trovare qualche libro a tema. Se non avete idea, vi consiglierà qualcosa. Dice di essere calabrese, ma lo fa dopo averci chiesto di dove siamo: e dunque potrebbe essere benissimamente di qualsiasi luogo, per quanto mi riguarda. Dipenderà dai turisti.
Ad ogni modo, questo è l’unico “negozio” (se così si può chiamare) dove ho comprato qualcosa in città. A parte per il cibo, non ho speso neppure un euro all’infuori di questo stretto, caotico, confusionario e sconclusionato cunicolo farcito di libri dal pavimento al soffitto. Un delirante luogo magico, dove trovi vere rarità e vera robaccia. Tutta ammassata insieme.
Se non avete paura della polvere, delle muffe multicolore letteralmente stratificate su alcuni libri, degli spazi stretti e del forte odore di urina di gatto (ce ne sono almeno un paio che girano liberamente), allora vi consiglio di farci un salto. Perché questi posti sono una trappola, nel senso buono del termine: ci entri dentro e ti ci perdi. E quando si parla di libri, è solo un bene.
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