Ogni tanto – in verità sempre più spesso – mi capita di non riconoscere più i luoghi in cui ho vissuto. Nuove costruzioni, lavori, ristrutturazioni, stravolgono l’immagine memorizzata di una città in cui ho vissuto sostanzialmente per tutta la vita.
Nei giorni scorsi, ad esempio, mi sono trovato a passare vicino al nuovo teatro: nonostante sia in costruzione da 18 anni, nelle ultime settimane sono stati portati a termine diversi lavori esterni, tra cui il rivestimento (ultimato anche sulla facciata) e l’installazioni di luci led che cambiano colore.
Sebbene i lavori procedano ancora a rilento (sono in corso delle ispezioni archeologiche a seguito del rinvenivento di alcuni reperti) c’è finalmente l’immagine di un lavoro ultimato, quasi finito, che nonostante la sua “ingombranza” pare essere improvvisamente comparso dal nulla.
Fino a qualche settimana fa quel profilo scuro passava inosservato. Ora delle semplici luci hanno trasformato quel palazzo in un enorme cubo impossibile da non vedere, e che pare quasi (addirittura!) un grattacielo. Ed ecco che passando, come migliaia di volte ho fatto, dalla vicina piazzetta… mi sembra di essere altrove. In un luogo che quasi non riconosco.
Ad oggi questa sensazione l’avevo provata sempre aggirandomi nei nuovi quartieri sorti tra Tufolo e Farina, quando si cammina in posti nuovi dove non ci sono particolari riferimenti ma solo file di palazzi. Adesso inizio a provarla anche in centro. Anche qui le cose cambiano, seppur molto (molto) lentamente.
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